Gabrielli ospite del Fsp di polizia: «Decreto sicurezza efficace contro le mafie»

Martedì 4 Dicembre 2018
Da sin.: Franco Maccari e Franco Gabrielli al Mattone di Maerne

MAERNE - (f.d.g.) «Decreto sicurezza efficace per alcune misure soprattutto in tema di criminalità organizzata. Sull'immigrazione la sua bontà andrà verificata nei fatti». Il capo della polizia Franco Gabrielli plaude nel complesso alle nuove norme del decreto Salvini. Lo fa a Maerne al raduno nazionale del nuovo sindacato di polizia Fsp creato dal poliziotto veneziano Franco Maccari.

L'analisi del capo della polizia non può che essere tecnica, da addetto ai lavori. «Il decreto - dice Gabrielli - presenta diversi strumenti che noi avevamo chiesto al ministro di introdurre: avranno sicuramente efficacia le misure di contrasto alla criminalità di stampo mafioso, altri aspetti andranno invece verificati dopo, tra cui quelli sul versante immigrazione». Parla anche di legittima difesa il prefetto Gabrielli: «Parto dal presupposto che siano poliziotti, carabinieri e finanziari a dover difendere le persone, poi è vero: il cittadino deve soprattutto chiedere che le forze dell'ordine siano messe in condizione di difenderlo, per non essere costretto a farsi giustizia da solo. E soprattutto non deve essere lasciato solo, magari vittima di meccanismi giudiziari che lo colpevolizzano ulteriormente».

Sicurezza tema della serata quindi e su quella percepita Gabrielli afferma: «I cittadini vogliono vederci in strada. Per fare questo servono due strumenti: le assunzioni, che devono colmare un vuoto che il blocco del turnover ha prodotto e poi si deve mettere mano quanto prima a un nuovo contratto di lavoro». Molti i rappresentanti delle forze dell'ordine (fra tutti il presidente della Fervicredo Mirko Schio) e della politica ospiti del Fsp, da Maurizio Gasparri, Carlo Giovanardi fino agli assessore di Venezia, Giorgio D'Este, e regionale Roberto Marcato.

Il segretario regionale del sindacato Fsp, Mauro Armelao, ha invece ricordato come il Veneto sia la prima regione ad aver approvato una legge sul terrorismo di piazza, ora trasmessa al Senato. Veneto dunque laboratorio delle istanze che salgono dal basso, da chi nelle forze dell'ordine ci lavora. A Martellago, non a caso, c'è anche Mario Placanica, il carabiniere dalla cui pistola partì il colpo che  a Genova uccise Carlo Giuliani durante gli scontri al G8 nel 2001. Ma c'è anche chi con gli agenti e il sindacato ha stretto negli anni un legame particolare, perché vittima di terrorismo o della criminalità organizzata. In sala anche la mamma dei Turazza (due fratelli veneziani, entrambi agenti uccisi dalla malavita in Riviera e a Verona) e i famigliari di Lino Sabbadin, il macellaio ucciso dai Proletari armati per il comunismo di Cesare Battisti. Gli iscritti ne chiedono la testa, il consigliere regionale Alberto Semenzato se ne fa portavoce: «Estradiamolo e andiamo in aeroporto a prendercelo». Ancora applausi, sotto uno striscione che in sala recita: «Battisti: i valori rimangono, i vigliacchi fuggono, i complici bruceranno all'inferno».
 

Ultimo aggiornamento: 18:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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