Gabbiani, nuova indagine affidata al Corila per capire se sono diminuiti

Giovedì 14 Luglio 2022 di Michele Fullin
Indagine affidata al Corila per un censimento dei gabbiani
3

VENEZIA - Le hanno provate tutte: dai falconieri alle pistole ad acqua fino agli aquiloni e agli ombrelloni. Ma i gabbiani reali a Venezia sembrano aver trovato un habitat ideale: cibo in abbondanza, acqua, spazi per nidificare isolati e remoti nonché acqua dove riposare e pescare quando proprio è necessario. E, soprattutto l’assenza di predatori e una grande intelligenza e capacità di adattamento ne fanno una delle specie animali di maggior successo.

Gabbiani a Venezia

Questa convivenza, però in una città come Venezia non è sempre semplice vuoi per gli schiamazzi vuoi per i raid sulle merende dei turisti, ai quali il boccone viene strappato letteralmente di bocca. Il loro numero è lievitato in modo inimmaginabile dai primi anni Duemila, quando erano censite 24 coppie riproduttive (2005). Con la ricerca commissionata da Veritas nel 2017 furono censite in città 450 coppie stabili e 2.700 gabbiani (Larus Michahellis). Ora, le ultime stime parlano di 4mila coppie di “magoghe” e almeno altrettanti uccelli non stanziali della stessa specie.
Il Comune, assieme a Veritas, hanno conferito al Corila un nuovo incarico per la misurazione della consistenza della specie.

Lo ha annunciato ieri mattina l’assessore all’Ambiente, Massimiliano De Martin, rispondendo ad un’interrogazione di due anni fa presentata dal consigliere comunale Marco Gasparinetti, il quale suggeriva di istituire un tavolo tecnico per affrontare la questione.

Piano rifiuti

«Premetto che è impensabile un piano di eliminazione della specie - ha esordito De Martin - anche perché è classificata come fauna selvatica e nessuno ha intenzione di fare questo. Il Piano rifiuti ha agito sul cibo dei gabbiani privandoli dei sacchetti e la loro presenza è visibilmente diminuita. Un recente lavoro scientifico ha evidenziato un ridimensionamento della popolazione e nel 2017-18 tra Santa Croce e Dorsoduro, i sestieri che avevano iniziato la raccolta porta a porta, le coppie riproduttive erano scese del 29 per cento. Anche le segnalazioni diminuite. Per quanto riguarda i rimedi, Ispra si è espresso favorevolmente per distruzione delle covate, nidi e uova, da febbraio a maggio-giugno con autorizzazioni della Regione, che non sono rilasciate a singoli privati ma ad enti o ditte specializzate in sanificazione.

Le zone rosse

Sono state anche individuate delle “zone rosse” dove la presenza è critica per l’abbondanza di cibo: nella città storica sono le aree dei banchi di pesce come Rialto, Santa Margherita, Guglie, oltre a Sacca San Biagio (immondizia) e San Michele (nidi). Assieme a Veritas abbiamo fatto un affidamento di incarico attraverso il Corila per un vademecum sulla riduzione specie su tre capisaldi: informazione per ottenere una mappatura aggiornata visto che l’ultima indagine risale al 2017. Campagna informativa (siamo alle prese con un rapace, non un animale “cattivo” e rubare cibo a un umano non significa attaccarlo. Infine, il controllo della popolazione e eventuale dissuasione».
 

Ultimo aggiornamento: 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci