MEOLO - Nel giorno dell'addio al campione di kayak Massimo Benetton, la sua eredità è stata raccolta dal figlio Leonardo. Davanti alla chiesa parrocchiale di San Girolamo a Losson, a conclusione della cerimonia funebre in cui ieri mattina è stato dato l'ultimo saluto a "Max la bomba", il 55enne che ha perso la vita martedì scorso durante una discesa nelle acque tumultuose del torrente Aurino in Alto Adige, il gesto simbolico del figlio 20enne ha commosso i presenti. Il giovane ha tolto la camicia che portava ed ha indossato la maglietta nera del Kayak Treviso che era stata posata sulla bara del padre, con un'implicita assunzione del testimone, di continuità della passione per quello sport tanto amato e fatale al genitore.
Numerosi gli sportivi, gli amici di Massimo Benetton che hanno affollato la piccola chiesa della frazione di Meolo, partecipando assieme ai familiari al funerale del campione.
LE TESTIMONIANZE
A lungo, sul sagrato, si sono avvicendati familiari ed amici per testimoniare frammenti di vita e grande affetto per Max. "Ogni volta che ti sei messo in pista per uno sport sei arrivato al top - ha detto la nipote Jessica, rivolta allo zio Max - Amavi la competizione, non mollavi mai. Hai viaggiato ovunque, conoscendo tante persone che in questi giorni hanno chiamato da tutto il mondo per esserci vicine. Tanti ricordano le tue esperienze magnifiche, altri il tuo sorriso. Volevi bene a tutti e ti facevi voler bene da tutti. Sei sempre stato un Peter Pan, un eterno bambino. Te ne sei andato con la tua passione, come avresti voluto tu".
"Ho sempre apprezzato il genio che era in lui - ha sottolineato Ludovico Sartor, in coppia sul kayak con Massimo Benetton ai mondiali - Di lui mi rimarranno il sorriso, la serenità con la quale viveva, la capacità di portare avanti i suoi progetti senza indietreggiare di fronte alle difficoltà. Credo che Massimo abbia vissuto una bella esistenza e ha incontrato la morte facendo quello che gli piaceva. Sapeva di rischiare, sapeva che fa parte del gioco. E' morto in una rapida di quinto grado e in un certo senso è un omaggio alla sua vita". La commozione ha scandito il ricordo di un'avventura in bici del figlio Leonardo, le testimonianze dell'amico Marco salvato da Max durante la discesa di un fiume, dei compagni del Kayak Treviso, dell'ex moglie Rosalba, di quelli che l'avevano conosciuto e amato. Gli ultimi saluti, "grazie Max", e lunghi applausi.
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