L'ultima rapida di Max e la maglia nera del kayak Treviso sulla sua bara: il figlio si toglie la camicia e la indossa

Domenica 28 Maggio 2023 di Emanuela Furlan
L'addio a Max Benetton

MEOLO - Nel giorno dell'addio al campione di kayak Massimo Benetton, la sua eredità è stata raccolta dal figlio Leonardo. Davanti alla chiesa parrocchiale di San Girolamo a Losson, a conclusione della cerimonia funebre in cui ieri mattina è stato dato l'ultimo saluto a "Max la bomba", il 55enne che ha perso la vita martedì scorso durante una discesa nelle acque tumultuose del torrente Aurino in Alto Adige, il gesto simbolico del figlio 20enne ha commosso i presenti. Il giovane ha tolto la camicia che portava ed ha indossato la maglietta nera del Kayak Treviso che era stata posata sulla bara del padre, con un'implicita assunzione del testimone, di continuità della passione per quello sport tanto amato e fatale al genitore.

Numerosi gli sportivi, gli amici di Massimo Benetton che hanno affollato la piccola chiesa della frazione di Meolo, partecipando assieme ai familiari al funerale del campione.

Così tanti presenti che molti hanno seguito il rito funebre dal sagrato e dal piazzale laterale, dove erano state collocate delle sedie. La cerimonia religiosa, officiata dal parroco di Meolo don Roberto Mistrorigo, è stata composta, scandita dai canti accompagnati dalla chitarra. Nell'omelia il sacerdote ha richiamato l'immagine evangelica dei discepoli in viaggio nelle acque agitate del mare, collegando noi oggi su quelle barche, le canoe, nel viaggio della vita, e Massimo amante della vita, degli spazi di libertà, delle montagne. Il feretro di legno chiaro, coperto di rose bianche, è stato poi portato fuori dalla chiesa a braccia dai compagni del Kayak Treviso, tra l'applauso dei presenti.

LE TESTIMONIANZE
A lungo, sul sagrato, si sono avvicendati familiari ed amici per testimoniare frammenti di vita e grande affetto per Max. "Ogni volta che ti sei messo in pista per uno sport sei arrivato al top - ha detto la nipote Jessica, rivolta allo zio Max - Amavi la competizione, non mollavi mai. Hai viaggiato ovunque, conoscendo tante persone che in questi giorni hanno chiamato da tutto il mondo per esserci vicine. Tanti ricordano le tue esperienze magnifiche, altri il tuo sorriso. Volevi bene a tutti e ti facevi voler bene da tutti. Sei sempre stato un Peter Pan, un eterno bambino. Te ne sei andato con la tua passione, come avresti voluto tu".

"Ho sempre apprezzato il genio che era in lui - ha sottolineato Ludovico Sartor, in coppia sul kayak con Massimo Benetton ai mondiali - Di lui mi rimarranno il sorriso, la serenità con la quale viveva, la capacità di portare avanti i suoi progetti senza indietreggiare di fronte alle difficoltà. Credo che Massimo abbia vissuto una bella esistenza e ha incontrato la morte facendo quello che gli piaceva. Sapeva di rischiare, sapeva che fa parte del gioco. E' morto in una rapida di quinto grado e in un certo senso è un omaggio alla sua vita". La commozione ha scandito il ricordo di un'avventura in bici del figlio Leonardo, le testimonianze dell'amico Marco salvato da Max durante la discesa di un fiume, dei compagni del Kayak Treviso, dell'ex moglie Rosalba, di quelli che l'avevano conosciuto e amato. Gli ultimi saluti, "grazie Max", e lunghi applausi.

      

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