Un migliaio di islamici al parco di San Giuliano per festeggiare la fine del Ramadan

Martedì 3 Maggio 2022 di Giacinta Gimma
Gli islamici a San Giuliano
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MESTRE - Eid Mubarak. Volendo tradurlo in italiano, significa buona festa. E in tanti, tantissimi se lo sono detti ieri, lunedì 2 maggio, a Mestre e nella terraferma per celebrare la fine del Ramadan, la festa del Id al-fitr. La giornata di festa per la popolosa comunità islamica presente in città non è passata inosservata, con migliaia di persone vestite a festa a scambiarsi gli auguri. Una folla di oltre un migliaio di persone si è riunita, sin dalle prime ore del mattino, al Parco di San Giuliano per la preghiera comune e in altri punti della città, a cominciare da piazzale Concordia a Marghera.


LA CERIMONIA
A guidare la preghiera del mattino a San Giuliano è stato l'imam Hammad al Mohamed, seguito dalle varie componenti nazionali che hanno seguito con i tappetini della preghiera il rituale che sancisce la fine del mese di digiuno nelle ore diurne per i fedeli. Analoghe cerimonie si sono tenute contemporaneamente al Parco Piraghetto, dove la preghiera è stata guidata da Alhamdulillah, nella casa di preghiera di Marghera e di via Torino. Una festa di devozione per i fedeli di Allah, di speranze come quelle per la pace, invocata più volte nelle preghiere, ma anche di condivisione delle pietanze e di chiacchiere in compagnia dopo due anni di annullamento delle manifestazioni a causa della pandemia, che ha impedito gli assembramenti per motivi di sicurezza sanitaria. Un ritorno alla normalità che non è passato inosservato, e che ha coinvolto per tutta la giornata le varie comunità straniere presenti in città che si riconoscono nell'Islam.
Anche da parte della comunità cristiana sono arrivate parole di condivisione per la festività religiosa la cui ricorrenza è legata al calendario lunare. «È bella la mia città che si risveglia in una grande festa condivisa con migliaia e migliaia di concittadini musulmani belli nei loro abiti di festa e luminosi nella loro voglia di cambiamento dei cuori e del mondo. Inarrestabile - scrive, in un post, su Facebook, don Nandino Capovilla, parroco della chiesa della Resurrezione della Cita - è il processo verso una cittadinanza sempre più partecipata. Stamattina, senza decreti comunali, la Venezia dei popoli e delle fedi ha messo fuori gioco i nostalgici della civiltà cristiana e tutti i patetici tentativi di ritornare indietro, innalzando muri identitari».
 

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