Eutanasia: donna di Spinea con tumore al polmone irreversibile chiede il suicidio assistito. Marco Cappato: «In Svizzera sarà libera» Video

Lunedì 1 Agosto 2022 di Emiliana Costa
69enne veneta con tumore al polmone irreversibile e metastasi chiede il suicidio assistito: «In Svizzera è libera di scegliere»
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SPINEA - Una 69enne di Spinea con tumore al polmone irreversibile e metastasi ha chiesto il suicidio assistito. La donna ha contattato Marco Cappato, tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, per essere accompagnata in Svizzera e accedere legalmente al suicidio assistito. In un comunicato Marco Cappato ha fatto sapere di trovarsi in Svizzera per dare seguito alla richiesta della signora. Toccanti le parole della donna al marito: «Gli ho detto di non provare a dissuadermi» (Leggi l'approfondimento).

Tumore, donna veneta chiede il suicidio assistito

Quella di Cappato è una nuova disobbedienza civile, dal momento che la persona accompagnata non è «tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale», quindi non rientra nei casi previsti dalla sentenza 242\2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato-Dj Fabo per l’accesso al suicidio assistito in Italia. Nel nostro paese, in base alla sentenza 242 della Corte costituzionale, il suicidio assistito è possibile e legale in determinate condizioni della persona malata che ne fa richiesta (persona affetta da una patologia irreversibile, fonte di intollerabili sofferenze, pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli e tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale). Cappato rischia dunque fino a 12 anni di carcere per l’accusa di aiuto al suicidio. «Sto accompagnando in Svizzera una signora gravemente malata. Solo lì può ottenere quello che deve essere un suo diritto. Sarà libera di scegliere fino alla fine», ha dichiarato Cappato.

Tumore irreversibile

La signora Adelina (nome di fantasia) è una signora veneta di 69 anni, pensionata, affetta da patologia oncologica polmonare irreversibile con metastasi. Non dipende da dispositivi di trattamento di sostegno vitale, non assume farmaci, salvo antibiotici e antidolorifici secondo  necessità. Insieme alla famiglia, che comprende e rispetta la sua volontà, aveva contattato il Numero Bianco dell’Associazione Luca Coscioni (06 9931 3409) - la infoline gratuita per far luce sui diritti nel fine vita - per avere maggiori informazioni. Consapevole di non avere sostegni vitali ha preferito andare in Svizzera senza attendere ulteriormente. Un'attesa ulteriore avrebbe potuto determinare ulteriori sofferenze e peggioramenti vista la progressione della malattia già in fase avanzata.

Cappato racconta il viaggio di Adelina

«Sono arrivato ora in Svizzera dove ho accompagnato la signora Adelina, che è malata terminale di cancro e, qui, chiede di poter essere aiutata a morire senza soffrire. È stato un viaggio lungo, oltre otto ore dal Veneto, un viaggio reso necessario dal fatto che Adelina non avrebbe potuto ottenere questa possibilità in Italia, perché la sentenza della Corte Costituzionale esclude che possano essere aiutate a morire persone che non siano tenute in vita da trattamenti di sostegno vitale.

La signora Adelina è malata terminale di cancro, ha davanti una prospettiva di vita molto breve e di sofferenza sempre crescente, ma non è attaccata a una macchina. Nelle prossime ore si sottoporrà a delle visite mediche, a dei colloqui di verifica della sua volontà e di eventuale conferma della sua scelta», sono queste le parole di Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, arrivato in Svizzera per accompagnare la signora veneta che ha chiesto l'eutanasia.

Ultimo aggiornamento: 2 Agosto, 13:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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