Era il massaggiatore di tante società sportive, finisce in carcere per pedofilia

Mercoledì 16 Dicembre 2020 di Nicola Munaro
Renato Remonato

MIRANO - Doveva finire di scontare una condanna a poco più di un anno e tre mesi e così ieri mattina i carabinieri della stazione di Mirano hanno bussato a casa sua, per notificargli un ordine di carcerazione figlio di una sentenza passata in giudicato per violenza sessuale aggravata e atti sessuali con minore e accompagnarlo in carcere a Venezia. 


Lui è Renato Remonato, 63 anni, massaggiatore sportivo di Mirano, conosciuto più o meno da tutti nella zona per la sua attività. Ma finito, nel 2012, al centro di una vicenda di cronaca nera che ieri ha presentato il suo conto finale.

Una storia che lo ha visto indagato, processato, condannato e ora anche in cella per alcuni approcci sessuali su dei ragazzini minorenni che si rivolgevano a lui per mettere a posto i piccoli o grandi infortuni avuti nello sport. 


IL CASO
L’inchiesta era nata in maniera del tutto casuale nel 2012 quando il nome di Remonato era arrivato nelle mani dei carabinieri di Mirano direttamente dalla procura di Trieste a conclusione di un’indagine nella quale il massaggiatore sportivo di Mirano era citato come vittima di una coppia di rumeni che lo avevano ricattato dicendo di avere un video che lo riprendeva mentre molestava il loro figlio minorenne. Per questa vicenda i due genitori erano stati arrestati per estorsione, ma qualcosa non tornava agli inquirenti. 


Dalla sua Postepay infatti Remonato aveva versato alla coppia, in più tranche, soldi fino a 50mila euro. Perché, se non fosse stato vero, avrebbe dovuto pagare? E soprattutto perché non aveva mai denunciato i due ricattatori? Così il fascicolo era stato passato per competenza ai carabinieri della stazione del miranese che da quelle carte avevano preso spunto per rovesciare i ruoli, trasformano il massaggiatore da vittima a carnefice dopo una perquisizione a casa dell’uomo, ora sessantatreenne, nella quale erano saltate all’occhio una serie di prove. Nel suo pc i carabinieri avevano trovato un migliaio di immagini e filmati con minori nell’atto di compiere o subire atti sessuali, alcuni anche con lo stesso Remonato. E nel cellulare alcuni sms che avevano portato alla luce la violenza su un dodicenne di Mirano. 


Di fatto - ed è questa l’accusa per cui ieri è stato portato in carcere per finire di espiare la propria condanna - il massaggiatore, con un passato come infermiere professionale in ospedale, negli anni aveva approfittato dell’ampia considerazione che aveva negli ambienti sportivi per la cura dei traumi post-infortuni e di patologie ortopediche. L’uomo approfittava del suo ruolo di fisioterapista per mettere in atto attenzioni a sfondo sessuale. Remonato, però, non era nuovo a fatti simili: negli anni ’90 era finito a processo per violenza sessuale e atti di libidine ai danni di un sedicenne, episodio sempre avvenuto nel suo ambulatorio: aveva patteggiato la pena. E adesso, dopo i domiciliari notificati nel 2013, il carcere.

Ultimo aggiornamento: 11:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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