Eni, arriva il carburante diesel completamente senza petrolio

Martedì 21 Febbraio 2023 di Elisio Trevisan
Eni, arriva il carburante diesel completamente senza petrolio

MESTRE - Un carburante diesel completamente senza petrolio, al 100% fatto con oli usati di frittura, grassi animali, oli vegetali estratti da colture in terreni marginali non in competizione con la filiera alimentare, residui della cosmetica, insomma materie prime rinnovabili. Lo produce Eni, si chiama HVOlution, è già in vendita in 50 stazioni di servizio Eni, compresa quella di San Giuliano a Mestre, ed entro marzo sarà disponibile in 150 punti vendita per estendersi man mano agli oltre 4 mila distributori del Gruppo in Italia. Già da un anno è in uso in alcune aziende logistiche come Fercam e all'aeroporto di Roma. Costa 10 centesimi in più al litro del diesel normale, ossia lo stesso prezzo dell'Eni Diesel+, il carburante che ha solo il 15% di HVO (Hydrotreated Vegetable Oil, olio vegetale idrogenato) di cui Eni Sustainable Mobility, la società della multinazionale italiana che da gennaio è dedicata alla mobilità sostenibile, è il secondo produttore in Europa. Chi lo può utilizzare? Tutte le automobili e i camion con motori Diesel Euro 5 ed Euro 6 che, però, devono essere compatibili EN 15940 (XTL): per verificarlo basta controllare il libretto del veicolo; inoltre può mandare avanti gli aerei, però in una percentuale di miscelazione massima del 50% con il carburante fossile.
Utilizzare materie prime rinnovabili invece del petrolio significa anche far sì che auto e camion inquinino meno: Eni non si sbilancia su questo punto perché sta studiando l'effetto sull'intero ciclo di vita, dalla pianta alla ruota, ma in Scandinavia, Svezia e Danimarca, dove già dall'anno scorso si utilizza Hvo, si parla di riduzione delle emissioni di Co2 dal 60% fino al 95%, e mantenendo invariate le prestazioni.

Stefano Ballista, amministratore delegato di Eni Sustainable Mobility, afferma che «il biocarburante puro HVOlution ha un ruolo fondamentale perché già da oggi può dare un contributo importante alla decarbonizzazione della mobilità» senza attendere, dunque, la completa elettrificazione dei mezzi di trasporto (oltretutto difficile da introdurre nei camion) o la loro alimentazione a idrogeno.


AUMENTO DI CAPACITÀ
In Italia questo percorso nacque nel 2014 quando a Porto Marghera la vecchia raffineria in riva alla laguna e di fronte a Venezia, invece di essere chiusa, venne trasformata in bioraffineria: inizialmente utilizzava l'olio di palma ma da fine del 2022 lo ha abbandonato e tratta solo materie prime vegetali di scarto e oli non edibili per produrre 400 mila tonnellate annue di biocarburante HVO, che nel 2024, con l'autorizzazione del nuovo impianto a idrogeno, arriveranno a 600 mila; poi si è aggiunta la bioraffineria di Gela con altre 750 mila tonnellate; sono in programma altri due impianti a Livorno e in Malesia, mentre in Louisiana negli Usa, Eni ha stretto una joint venture per una nuova bioraffineria in fase di costruzione. Entro il 2025 Eni Sustainable Mobility raddoppierà la capacità delle proprie bioraffinerie fino a 2 milioni di tonnellate, ed entro dieci anni la capacità di bioraffinazione crescerà fino a 6 milioni di tonnellate/anno.
 

Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 13:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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