Stazione e sottopasso di Mestre, donne molestate: «Vogliamo sicurezza»

Approcci, richieste di denaro o minacce sono all'ordine del giorno

Martedì 2 Gennaio 2024 di Giulia Zennaro
Stazione e sottopasso di Mestre, donne molestate: «Vogliamo sicurezza»

MESTRE - «Abbiamo paura di rientrare a casa di sera, fossero anche solo le 18, perché adesso che fa buio presto non è sicuro girare per la città.

Veniamo importunate, seguite, appellate in modo osceno e avvicinate da personaggi sgradevoli. Chiediamo di essere maggiormente tutelate, magari con la creazione a Mestre e Marghera di un gruppo come Donnexstrada, che assiste le ragazze che non si sentono sicure a girare per strada da sole, prima che succeda qualcosa di serio a una di noi».


LE VOCI
Sono le donne che in questi mesi hanno manifestato il loro disagio raccontando le loro storie di quotidiane molestie che subiscono quando girano da sole per strada, soprattutto nella zona intorno alla stazione. Che la zona della stazione non fosse particolarmente sicura è cosa nota: pochi giorni fa un'intera famiglia, di ritorno dall'aeroporto e in procinto di prendere un taxi per tornare a casa, era stata importunata pesantemente da alcuni individui che puntavano alle loro valigie. Non sempre, però, i malintenzionati hanno un interesse nei confronti degli averi delle loro vittime: ad alcuni importa solo di infastidire e importunare una donna sola. «Frequento la facoltà di Ingegneria a Padova e vivo a Carpenedo, per andare a lezione prendo il treno a Mestre e, al ritorno, la sera, mi faccio venire a prendere in stazione da mio padre», racconta Matilde, 22 anni. «Era sempre andato tutto bene fino a quando mio padre ha avuto un piccolo incidente, che gli ha impedito di guidare per qualche settimana, così mi sono arrangiata con gli autobus. È stato un vero incubo: oltre a dover stare attenta a non venire derubata, spesso lungo la strada dalla stazione alla fermata degli autobus dovevo anche vedermela con questi molestatori, un paio di volte li ho riconosciuti, che mi seguivano, cercavano insistentemente un approccio, mi dicevano cose spiacevoli. Non ho detto niente a casa per non allarmare i miei ma sono stata sollevata quando, finalmente, mio padre si è ripreso e non ho più dovuto tornare a casa da sola».
Le persone che avvicinano le ragazze a volte sono consumatori di droga che cercano di racimolare qualche spicciolo, gruppetti di ragazzi che, facendosi forti dell'essere "in branco", cercano un approccio, persone anziane che non si rendono conto del fatto che quello che loro considerano un "complimento" è a tutti gli effetti una molestia. Eterogenea anche la provenienza e le età di questi soggetti: si va dallo straniero al cittadino mestrino, dal ventenne al signore di una certa età, che potrebbe essere il padre di queste ragazze.


LE TESTIMONIANZE
«Abito a Marghera e lavoro a Mestre. Per tornare a casa a volte, per comodità, facevo il sottopasso. Un ragazzo mi ha avvicinato e mi ha chiesto una sigaretta - dice Sara, 34 anni - gli ho detto che non fumo ma lui ha continuato a seguirmi e ha addirittura provato a mettermi le mani in tasca, a suo dire per controllare se avevo un pacchetto nascosto. Mi sono spaventata molto, per fortuna era "rallentato" dall'alcol e sono riuscita a seminarlo. Da quella volta, quando torno a casa, resto al telefono col mio ragazzo e ho acquistato lo spray al peperoncino». «Mia figlia di 13 anni è stata avvicinata più volte da un signore di una certa età, che poteva essere suo nonno», racconta una donna 40enne, «mentre andava a lezione di danza, nel quartiere Piave. Con la scusa di fare conversazione e di accompagnarla per strada ha provato a toccarla. Quando me l'ha raccontato sono rimasta choccata perché lui le aveva detto che le strade sono pericolose la sera e che lui voleva solo darle una mano. Queste persone cercano di raggirare le ragazzine facendo finta di proteggerle per approfittarsi di loro: mia figlia continua ad andare a lezione da sola perché è a un tiro di schioppo, ma io non sono più tranquilla. Non dovremmo essere noi quelle chiuse in casa, dovrebbero essere queste persone che si vergognano di uscire».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci