Piscine in crisi "da Covid", pronte alla serrata per protesta: «Il 2022 sarà l'anno dei fallimenti»

Lunedì 31 Gennaio 2022 di Francesco Coppola
La piscina di Mestre
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VENEZIA - La situazione che stanno vivendo i gestori delle piscine sembra proprio arrivata al capolinea. A determinarla gli aumenti delle bollette dell'energia elettrica e del gas che sono triplicate rispetto ad agosto 2021 e associate alla riduzione del 50% degli utenti e degli iscritti ai corsi a causa del meccanismo delle quarantene per il Covid-19, specie nelle scuole, hanno messo alle corde tutte le gestioni degli impianti natatori. Proprio per questo motivo e sensibilizzare le istituzioni il Coordinamento nazionale dei Gestori delle Piscine ha programmato, per domenica 6 febbraio, la chiusura di tutte le piscine.

LA PROTESTA
Ad annunciarlo è stato il mestrino Alessandro Valentini, presidente della Assonuoto, l'Associazione dei gestori impianti sportivi natatori ed ex consigliere della Federnuoto e presidente della Fin del Veneto. «La situazione è drammatica e le previsioni sono catastrofiche - ha precisato Valentini - nel 2022 si parlerà di fallimento per tutti se non ci sarà un aiuto pubblico. Si stima, infatti, che ci sarà una perdita fra i 150.000 e i 250.000 euro all'anno se il quadro rimarrà quello attuale. Questa situazione fa seguito alle già consistenti perdite registrate nel 2020 e 2021 a causa di 10 mesi di lockdown forzato per tutti gli impianti».
«Sono cifre che nessun gestore sarà il grado di sostenere e gli stessi, tra qualche settimana, si troveranno davanti ad una scelta: rimanere aperti e fallire o chiudere?».
«Questa è la condizione attuale - ha proseguito Valentini mostrando il volantino dello sciopero generale - L'alternativa sarà quindi quella di mettersi in una forma di lockdown volontario, cioè chiudere gli impianti in attesa di un riequilibrio della situazione. Soltanto i gestori che avranno la possibilità di avere un'amministrazione comunale che si accollerà, almeno per un anno, i costi energetici dell'impianto riusciranno ad andare avanti, tutti gli altri dovranno chiudere o rimanendo aperti, scegliere di fallire».

SOSTEGNO DAI COMUNI
Nel 2021 ci sono stati Comuni più sensibili che hanno supportato le gestioni come per esempio quello di Venezia, che ha azzerato i costi energetici delle piscine, altri che hanno dato dei sostegni economici a fondo perduto come avvenuto a Montebelluna, Treviso, Oderzo e Vittorio Veneto, ma molti altri sono stati assenti. «C'è bisogno, quindi, che in tempi rapidissimi tutte le amministrazioni comunali si attivino e dimostrino sensibilità se vogliono mantenere aperto il servizio pubblico, garantendo i sostegni anche per il 2022 - ha concluso -. Abbiamo analizzato le proposte dell'ultimo Decreto ma dai conteggi effettuati abbiamo verificato che gli aiuti continuano ad essere del tutto insufficienti e saranno probabilmente non più del 6% rispetto al bisogno reale. Stiamo attraversando un momento eccezionale e quindi c'è bisogno di interventi eccezionali. Il problema riguarda tutta l'Italia, nelle altre regioni si ritrova, infatti, la medesima situazione».
 

Ultimo aggiornamento: 11:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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