Torturato e ucciso in Tunisia, confessano i killer di Nisticò /Foto

Domenica 5 Maggio 2019 di Davide Tamiello
Torturato e ucciso in Tunisia, confessano i killer di Nisticò
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MESTRE - L’hanno torturato e poi ucciso con una sciarpa. I due assassini del 71enne mestrino Giuseppe “Pino” Nisticò hanno ammesso l’omicidio e confessato il delitto, raccontando agli inquirenti la loro versione dei fatti: ad annunciarlo è stato lo stesso ministero dell’Interno tunisino, come riportano i media locali. I due, un 26enne originario del villaggio di Mahdia, nella Tunisia centrale, arrestato il 29 aprile, e un suo complice, raggiunto dagli investigatori due giorni dopo, come disposto dal procuratore rimarranno in custodia cautelare fino alla conclusione delle indagini. 
 Vittima e carnefice si conoscevano bene. Pino e il 26enne, infatti, erano amici. Motivo per cui il 71enne, quella sera del 25 aprile, gli avrebbe aperto la porta del suo appartamento a Monastir, dove si trovava da qualche tempo per un periodo di vacanza da amici, senza nessuna remora. Il giovane avrebbe raccontato agli inquirenti che l’uomo gli doveva dei soldi. Glieli avrebbe chiesti con insistenza mentre sulla porta, c’era il suo complice, probabilmente per assicurarsi che non arrivasse nessuno. I due, stando alle parole del giovane, avrebbero iniziato un violento litigio sfociato, poi, nel delitto. Un omicidio lento e spietato: i due avrebbero immobilizzato l’uomo e poi l’avrebbero torturato con una sciarpa per convincerlo a dire loro dove fossero i soldi, fino a strangolarlo e ucciderlo. Dopo l’omicidio, i due avrebbero frugato nelle sue tasche alla ricerca del denaro, poi avrebbero perlustrato la casa, mettendola sottosopra, alla ricerca di altri contanti. Presi tutti i soldi a disposizione, erano scappati. La loro fuga, però, era durata solo pochi giorni: grazie alle testimonianze degli amici del 71enne, che conoscevano le sue frequentazioni a Monastir, dove il giovane aveva lavorato anche come bagnino, gli investigatori della polizia tunisina erano andati a colpo sicuro. Nisticò era stato trovato, qualche ora dopo l’omicidio, nel suo letto legato e imbavagliato. 
Il caso a questo punto sembrerebbe chiuso: l’autopsia avrebbe confermato la morte per soffocamento. La salma, come concordato dalla Farnesina e dall’ambasciata italiana a Tunisi con Bechir Romdhani, segretario generale della polizia del governatorato tunisino, tornerà in Italia martedì, con un volo diretto a Milano Malpensa. In serata dovrebbe arrivare a Mestre, dove si celebrerà, probabilmente già giovedì o venerdì, il funerale. I parenti erano indecisi se portarlo a Catanzaro, sua città d’origine, o ad Alessandria, dove vivono attualmente una parte dei suoi dieci fratelli e sorelle e relativi nipoti. Alla fine, però, la decisione è ricaduta su Mestre, dove l’uomo viveva dagli anni ‘60. 
Pino, come amava farsi chiamare, era arrivato in città, dalla sua Calabria, 50 anni fa.

Come tanti, si era spostato al Nord per cercare lavoro. Cuoco e pizzaiolo, aveva lavorato in vari bar e ristoranti della città, tra Mestre e Venezia. Aveva messo radici, però, nel bar della stazione di Venezia Santa Lucia. Da quando era andato in pensione, i viaggi erano diventati la sua passione. Chi lo conosceva bene lo descrive come un uomo pieno di vita, curioso, sempre alla ricerca di mondi nuovi. In Tunisia aveva trovato un gruppo di amici con cui si era creato un legame forte. Quando poteva, prendeva un aereo e li raggiungeva, anche perché quel Paese gli aveva rubato il cuore. «Amava le cene in compagnia e i viaggi, non era certo il classico pensionato che resta a casa a guardare la televisione», ricorda un’amica di lunga data. Pino viveva da solo nel suo appartamento in via Castellana alla Cipressina. Non era sposato, non aveva figli. La sua famiglia, qui, era il quartiere. «Una persona stupenda, sempre sorridente e disponibile con tutti», lo descrivono i vicini. Gli amici stanno pensando a qualche iniziativa per ricordarlo in occasione della cerimonia funebre. «Speriamo che al funerale vengano tutti quelli del quartiere, tutti quelli che lo conoscevano, tutti quelli che in questi anni hanno avuto a che fare con lui - commenta un ex collega - sono sicuro che a Pino sarebbe piaciuto vedere, nel giorno del suo congedo al mondo, una folla tutta per lui». 

Ultimo aggiornamento: 10:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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