SAN STINO - Quasi vent'anni di maltrattamenti e non un raptus di follia durato pochi minuti. È in questo quadro che la procura di Pordenone inscrive il femminicidio di Cinzia Luison, 60 anni, parrucchiera di Pramaggiore uccisa, il 6 dicembre 2022, dal marito Giuseppe "Walter" Pitteri, 65 anni, ex autista Actv.
L'OMICIDIO
Il 6 dicembre 2022, attorno alle 14, Pitteri aveva avuto l'ennesima lite con la moglie. In preda all'ira l'aveva colpita (almeno tre volte) sul volto e in testa con il fondo di una bottiglia di prosecco, uccidendola all'istante.
Secondo la procura il movente sarebbe legato a una questione economica e, da parte dell'ex autista Actv, al non voler accettare l'amministratore di sostegno che gli era stato imposto. Pare che l'uomo ricevesse 50 euro a settimana, insufficienti per i trascorsi con la dipendenza da giochi d'azzardo. Il caso ha voluto che fosse la figlia minore della coppia a scoprire il corpo senza vita della parrucchiera sessantenne, riversa sul pavimento del salotto in un lago di sangue.
E sempre lei,dopo essere scappata di casa e aver trovato riparo da un vicino, aveva chiamato i carabinieri, una telefonata che aveva seguito quella fatta dallo stesso Pitteri subito dopo il femminicidio: «Ho ucciso mia moglie, venite a prendermi».
I SOPRUSI
Le indagini però hanno restituito una situazione diversa. I maltrattamenti avvenivano "con cadenza settimanale": Cinzia veniva afferrata per il collo, schiaffeggiata e colpita con calci e pugni, anche in testa. Poi minacciata di morte. In un'occasione, tra il 2017 e il 2019, Pitteri le aveva premuto una lama sul collo. E nel 2000, strattonandola per i capelli, l'aveva lanciata per le scale del palazzo.
LE FIGLIE
Ma Pitteri rischia la Corte d'Assise (con l'accusa di omicidio volontario non sono previsti riti alternativi come il patteggiamento o l'abbreviato) anche per i maltrattamenti nei confronti delle due figlie, anche loro picchiate e offese dal padre, fin da quando erano piccole.
Maltrattate per cose di poco conto, come ritardi negli appuntamenti, nel sedersi a tavola in occasione di pranzi o di cene, per i letti non fatti o soltanto sistemati male o per risposte e toni di voce sbagliati. Un incubo durato quasi vent'anni e finito in tragedia, quando il 6 dicembre 2022 si è aperto il baratro.
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