Concorsi truccati, mazzetta di 3.500 euro per entrare nei pompieri, 5.000 euro per la Polizia

Mercoledì 30 Marzo 2022 di Davide Tamiello
Alessandro Filippo Lupo
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VENEZIA - Per avere la certezza di passare il concorso per entrare nei vigili del fuoco bastavano 3.500 euro, per quello in polizia ne servivano invece 5mila. Un sistema rodato di sponsorizzazioni, raccomandazioni e mazzette varie, quello scoperto dai carabinieri di Trapani nella Concorsopoli di Alcamo. Le indicazioni su chi doveva essere promosso e perché arrivavano proprio dalla piccola cittadina trapanese, come ricostruito dai militari coordinati dalla procura siciliana. In questa cricca, però, c'era anche una importante quota veneta. Tra i destinatari di misure cautelari spicca infatti il nome di Alessandro Filippo Lupo, 57 anni, sindacalista della Uilpa (ex segretario regionale) dei vigili del fuoco, ex caposquadra di Mestre e di Treviso, già indagato in un procedimento analogo della procura di Benevento.

Altra città, altra regione, ma identica accusa: quel voler mettere l'ultima parola sulle assunzioni, per lo Stato, equivale a falsare un concorso.


LA STRUTTURA

Al vertice di questo sistema non c'era lui ma Giuseppe Pipitone, 56enne di Alcamo, direttore ginnico sportivo e vice dirigente del corpo nazionale dei vigili del fuoco. Secondo gli investigatori, «sfruttando sia le proprie conoscenze all'interno delle amministrazione pubbliche e il fatto di essere stato nominato in una delle sottocommissioni d'esame per le prove psico-motorie, si sarebbe impegnato a sponsorizzare alcuni candidati nelle diverse prove concorsuali, nonché a prepararli fisicamente». Il tutto dietro il pagamento di una somma di denaro che andava, appunto, dai 3.500 ai 5mila euro. Secondo l'accusa, Pipitone avrebbe nascosto «dietro un'apparente scuola di preparazione per concorsi, un vero e proprio meccanismo illecito di collocamento nella pubblica amministrazione avvalendosi dei propri contatti con soggetti che rivestivano ruoli essenziali nelle procedure concorsuali in vari corpi dello Stato, in primis quello di appartenenza». Tra questi, appunto, anche Lupo. E a finire nei guai per aver pagato anche due giovani del Veneziano: Andrea Doretto, 41 anni di San Donà e Mattia Turin, 26enne di Dolo. Doretto e Turin, al momento, non sono ancora diventati dei vigili del fuoco a tutti gli effetti: entrambi sono risultati idonei ma non vincitori del concorso (motivo per cui Doretto avrebbe chiesto indietro i soldi spesi). Il che significa precari in attesa di stabilizzazione (che sarebbe dovuta arrivare in tempi brevi).


LE MISURE

Pipitone è finito in carcere mentre per il suo fedelissimo Vincenzo Faraci, 47 anni di Alcamo e in servizio al distaccamento di Mira, Lupo, originario di Marettimo ma residente nel Trevigiano e Francesco Renda, di Alcamo, 26 anni, il gip ha disposto gli arresti domiciliari. Obbligo di dimora per Vittorio Costantino, di Palermo, 53 anni, e per gli alcamesi Roberto Di Gaetano, 21 anni, Mauro Parrino, 29 anni, Antonino Pirrone, 24 anni, Davide Castrogiovanni, 26 anni, Silvia Pisciotta, di Erice, 31 anni, Giacomo Rizzotto, di Salemi, 29 anni, Alessio La Colla, di Alcamo, 28 anni, e i veneziani Turin e Doretto.


LA CATENA

Per i casi veneziani, secondo la procura, Turin e Doretto avrebbero contattato Pipitone tramite Faraci, suo referente e uomo di fiducia per il Veneto, pagando la cifra pattuita per avere una spinta all'esame. Pipitone, membro della commissione del concorso pubblico, avrebbe agito, quindi, contro ai suoi «doveri d'ufficio» anche con il contributo di Lupo che, come sostiene il gip Massimo Corleo, «concretamente interveniva sui membri di commissione fornendo loro indicazioni e ricevendo informazioni per interferire sul giudizio e garantire il giudizio di idoneità».

 

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