Colpo a Palazzo Ducale, se la cavano
con 3 anni. Uno è ancora latitante

Venerdì 28 Giugno 2019 di Gianluca Amadori
Vinko Tomic
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VENEZIA - Sono intenzionati a patteggiare tre dei sei imputati finiti sotto accusa per il clamoroso furto messo a segno il 3 gennaio del 2018 a Palazzo Ducale, da dove sparirono due orecchini e una spilla di diamanti parte di una collezione privata di Hamad bin Abdullah Al Thani, membro della famiglia reale del Qatar, in mostra durante l'esposizione I tesori dei Moghul e dei Maharaja.

In vista dell'udienza, fissata per il prossimo 12 luglio, le difese hanno iniziato a prendere contatto con il sostituto procuratore Giovanni Gasparini, che rappresenterà la pubblica accusa in sostituzione del collega Raffaele Incardona che, dopo aver concluso le indagini, si è trasferito alla Procura generale di Trento. Il primo accordo raggiunto tra le parti riguarda Zvonko Grgic che, assistito dall'avvocatessa Claudia De Martin, è pronto a patteggiare la pena di due anni e tre mesi di reclusione. Non ancora definite, invece, le pene da applicare a carico del presunto capo del sodalizio, Vinko Tomic, bosniaco, 60 anni e del serbo Dragan Mladenovic (arrestato ma poi fuggito e ancora latitante), 54 anni, entrambi difesi dall'avvocato Alessandro De Angelis: per loro la Procura immagine un patteggiamento attorno ai tre anni di reclusione, senza la concessione della sospensione condizionale, in modo che non vengano scarcerati. Almeno fino a quando la sentenza non diventerà definitiva e i difensori non presenteranno istanza di pena alternativa al Tribunale di sorveglianza. Gli altri imputati al processo sono i quarantottenni croati Vladimir urkin e elimir Grbavec (detenuti in Italia, così com Tomic e Grgi) e l'altro latitante, il serbo Goran Perovic, 44 anni.

IL RUOLO DI TOMIC Sulla base di quanto ricostruito dagli uomini della Squadra Mobile che hanno indagato sull'episodio, Tomic viene accusato di aver materialmente forzato la vetrinetta nella sala dello Scrutinio e di aver sottratto i gioielli, mentre Mladenovic e Perovic controllavano la situazione: il primo nella stessa sala, il secondo all'esterno. A Grbavec viene contestato di aver fatto fuggire in auto Tomic e Mladenovic dopo il furto, aspettandoli in piazzale Roma. Durkin e Grcic finiscono invece davanti al giudice per i due tentati furti del 30 dicembre del 2017 e il 2 gennaio 2018 (di cui devono rispondere tutti, eccezion fatta per Grbavec), falliti a causa dell'alto numero di visitatori della mostra e per l'intervento di una guardia giurata che si era accorta dei movimenti attorno alla vetrinetta, facendo allontanare Tomic. Anche nei due tentati furti, Mladenovic e Perovic avrebbero avuto il ruolo di palo per garantire al capo la massima sicurezza nel corso dell'azione.
Stando alle dichiarazioni rese dal responsabile della collezione Al Thani, i preziosi trafugati avrebbero un valore d'acquisto di oltre tre milioni di dollari, mentre la compagnia assicurativa Lloyds di Londra ha comunicato di aver già indennizzato il derubato versando la somma di 8 milioni e 250 mila dollari, per poi annunciare l'intenzione di costituirsi parte civile al processo per ottenere il risarcimento del grave danno patito.


    
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