Colombina, l'unica "influencer" donna della Commedia dell'Arte

Lunedì 4 Marzo 2019
Colombina vista da Bergamelli
È vivace, carina, furba, piena di brio e... abbastanza bugiarda. È affezionatissima alla sua padroncina – in genere la giovane e graziosa Rosaura – con la quale ha sviluppato una complicità che la spinge senza indugi a mentire spudoratamente. Con Pantalone, il suo vecchio padrone brontolone (che ne è infatuato) va poco d'accordo mentre è fedelissima – pur non esitando a schiaffeggiarlo, all'occorrenza, così come chiunque altro osi mancarle di rispetto – al suo Arlecchino (che ne è gelosissimo); soprattutto, Colombina è l’unica figura femminile che sia riuscita a imporsi in mezzo a tante maschere maschili della Commedia dell’Arte e, pur comparendo per la prima volta nel 1530 nei testi degli “Accademici Intronati” di Siena, è venezianissima.

Fu solo dalla metà del Cinquecento che le donne, ammesse finalmente a recitare a teatro, assunsero un ruolo sempre maggiore e sempre meglio definito nella struttura drammaturgica. Prima della nascita della Commedia dell'Arte i personaggi femminili erano interpretati da uomini travestiti, e in generale impersonavano ruoli secondari recitando spesso la figura delle sciocche. Colombina, anche grazie a interpreti di tutto rispetto (come Marie Catherine Biancolelli, che con questo personaggio debuttò nel 1683 nella compagnia dei comici italiani in Francia) acquistò via via spessore e personalità; d'altronde a quel tempo aveva già levatura letteraria, essendo protagonista di un testo del 1646 firmato dal celebre Carlo Cantù: “Cicalamento in canzonette ridicolose, o vero Trattato di matrimonio tra Buffetto e Colombina comici”. Ma il testo più famoso in cui compaia è la commedia francese “Colombine avocat pour et contre”, del 1685, messo in scena a lungo alla Comédie Italienne.

La maschera di Colombina fu la naturale evoluzione del personaggio della “Fantesca”, ovvero la serva nella Commedia dell’Arte: originariamente vecchia e curva, via via “ringiovanì” e divenne compagna del giullare. L'evoluzione del teatro produsse anche l'evoluzione dei personaggi: lo “Zanni” (ovvero il servitore) si identificò sempre più con Arlecchino, e lei, la “Zagna”, ne divenne compagna. L'archetipo di ogni servetta teatrale finì per chiamarsi “Colombina” (grazie all'attrice cinquecentesca Isabella Franchini, che nell'interpretarla portò sempre in scena sotto braccio un paniere in cui si intravedevano due colombe), ma in realtà il personaggio conobbe diversi nomi nel corso dei secoli: Diamantina, Marinetta, Franceschetta, Marietta, Violetta, Corallina, Bettina, Ricciolina, Smeraldina o Spinetta. Proprio per il suo accompagnarsi spesso con Arlecchino a volte fu chiamata “Arlecchina”, vestendo come lui. Il suo abito, pur presentando diverse varianti, si rifà ovviamente a degli elementi distintivi: in genere Colombina è priva di maschera sul volto e indossa un corpetto e un grembiule (con tasche, nelle quali infilare i messaggi d'amore) sopra un'ampia gonna a balze. A volte ha una giacca e porta tra i capelli una “crestina”, il fazzoletto tipico delle cameriere.

Se i tratti della sua personalità si trovano già nelle commedie di Plauto, nelle quali compaiono ancelle smaliziate e adulatrici pronte a suggerire alla padrona astuzie amorose, chi arrivò a donarle una reale personalità fu Carlo Goldoni, che dapprima la inserì tra i personaggi delle sue opere e poi finì per sublimarla nella figura di Marionette – che ne è la versione raffinata – così come compare ne “La Vedova scaltra”.

Nell'opera di fine Ottocento “I Pagliacci” di Ruggero Leoncavallo, la moglie del protagonista Canio – Nedda – tradisce il marito due volte: nella vita reale, con un amante, e sul palcoscenico dove impersona appunto Colombina che se la fa con Arlecchino: "E se Arlecchin t'invola Colombina...", recita il testo della celeberrima aria “Ridi, Pagliaccio...”.
Malgrado la sua vanità e la civetteria che non le manca, Colombina è però un personaggio molto amato dal pubblico: non ha peli sulla lingua e la sua malizia nasconde un carattere volitivo e una intelligenza che spesso usa per aiutare le altre donne, in nome dell'amore, coalizzandosi contro la stupidità degli uomini. Forse è anche questo che la rende così simpatica.
Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 08:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci