Chiara Marchiori l'atleta poetessa: chi è la 29enne miranese

Lunedì 23 Dicembre 2019 di Filippo De Gaspari
Chiara Marchiori
Corre, vince, poi si infortuna. Allora scrive e vince anche il concorso letterario. A Mirano l'hanno ribattezzata l'atleta poetessa. Chiara Marchiori, 29 anni, un sorriso smagliante, in realtà ha vissuto momenti bui e ha saputo superarli grazie alla sua determinazione d'atleta e all'amore per la lingua italiana. Nell'anno che va concludendosi, il suo nome è salito alle cronache per aver vinto il titolo regionale di mezza maratona. Il suo destino sembrava segnato.
All'atletica - racconta - sono approdata solo 3 anni fa, dopo aver praticato volley. Intanto mi ero laureata e avevo iniziato a lavorare come odontoiatra pediatrica. Ho iniziato a correre per tenermi in forma, per conto mio, poi è subentrata la noia e allora ho iniziato a competere. Subito notata per le doti e la disciplina, Chiara è entrata a far parte del gruppo di atletica di Giuseppe Mattiello a Noale e subito sono arrivati i traguardi: nel 2018 corre la mezza maratona in 1h23', poi un anno fa, sulla stessa distanza, vince il campionato regionale alla Stravicenza.
L'obiettivo - continua Chiara - sarebbe stato arrivare a correre in 1h20'. Un salto di qualità. 
Che però non è arrivato: poco dopo il titolo, Chiara è vittima di un grave infortunio che le fa sperimentare l'astinenza da sport.

A questo - racconta - si sono sommate alcune delusioni sociali e un devastante tradimento affettivo. Avevo perso la fiducia negli altri e nel futuro, mi chiedevo cosa avessi fatto per meritarmi la cattiveria della gente. Alla fine dell'estate avevo toccato il fondo, un sovraccarico di stress e doveri, in tutti i campi. 

PENSIERI
Durante un weekend in Toscana, guardando fuori dalla finestra, incapace a smettere di piangere, Chiara sfoga la frustrazione sulla carta: Stavo realizzando che la mia paura di fallire era in realtà paura di vivere e ho provato ad esprimere questo in una poesia. Il lavoro, che intitola Incanto, finisce candidato quasi per gioco al concorso Il Poeta e il Narratore. 
E anche qui Chiara vince, di nuovo.
Mi è sempre piaciuto scrivere - dice - conservo ancora vecchie poesie, diari, racconti: la lingua italiana è bellissima, varia, musicale, credo sia una forma d'arte. E quando viene recitata, è come cucire un vestito addosso all'anima, dandole forma per esprimersi. 
Chiara adora Alda Merini, si riconosce nella sua storia, intrecciata con la tristezza, che ha sempre cercato di combattere con la poesia. Continua a scrivere e candidare alcuni suoi lavori a concorsi, non per vincerli, ma per riempire il mondo di bellezza.
Nel frattempo, ho rivalutato e ridimensionato il rapporto morboso che avevo con l'atletica. Lo scotto da pagare è stato caro, ma non paragonabile con le consapevolezze su di me che ho acquisito. Ho capito che l'errore non sta nel fallimento in sé, ma spesso è nelle premesse, nelle aspettative del risultato. Ora mi piacerebbe ampliare il giro di conoscenze in ambito letterario. Quando posso partecipo a degli Open Mic organizzati dal circolo Nubivaghi di Padova. Cosa farò da grande? Mi piacerebbe una cosa veramente grande, costruire una famiglia e avere dei bambini, con una persona che sappia provare amore allo stesso modo mio. Credo di essere stata un po' sfortunata in quest'ultimo periodo, ma dalla mia parte ho la fortuna di credere ancora in valori come la lealtà, il rispetto e la capacità di dialogo. È così bella la lingua italiana, perché risparmiarsi nel parlarla proprio con la persona amata?. 
Filippo De Gaspari
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