Casa, altro semestre nero. Compravendite, rivincita di Mestre

Lunedì 23 Agosto 2021 di Melody Fusaro
Casa, altro semestre nero. Compravendite, rivincita di Mestre

MESTRE Mentre nelle altre città italiane lentamente si ricomincia a dare lavoro a notai e agenzie, a Venezia vendere o affittare una casa o un negozio resta difficile. Il Covid ha messo ko il mercato immobiliare veneziano e, dopo un 2020 nero, nel primo semestre 2021 non si è affatto usciti dalla crisi. In un quadro generale preoccupante, solo Mestre sembra aver ingranato un'altra marcia, così come si fa più vivo, ma forse solo temporaneamente, il mercato di immobili da destinare a uffici.

Il segno più, seppur debole, si trova anche sull'andamento dei prezzi delle case nuove della città. 


L'ANALISI

Sono dati che emergono dal 2° Osservatorio sul Mercato immobiliare 2021 di Nomisma che ha analizzato 13 città (oltre a Venezia, Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Torino) per poi mettere a confronto le performance immobiliari. «Anche nel primo semestre 2021, l'indice Nomisma di performance del mercato residenziale veneziano risulta molto penalizzato dagli effetti della pandemia sul turismo e sulle attività economiche, confermando il trend negativo registrato nel 2020, seppur con minore intensità rispetto al precedente semestre» spiegano dalla società di ricerche di mercato. Segnali negativi arrivano dal settore delle compravendite e degli affitti residenziali. «Se tali indicatori si avvicinano a un punto di svolta nella media delle 13 grandi città, a Venezia tale indicatore rimane in territorio negativo, evidenziando la complessità della situazione congiunturale», chiariscono da Nomisma. 


ARRETRAMENTO

Se prima della pandemia il mercato residenziale di Venezia città mostrava performance migliori rispetto alla media delle 13 città, i dati del primo semestre 2021 evidenziano un arretramento molto più spinto rispetto alla media degli altri centri: nello specifico, se l'aggregato perde il 13,2%, a Venezia il calo è del 18%, con una riduzione del numero delle transazioni immobiliari a circa 2700 unità, dato che riporta il settore ai livelli del 2015. Se nella precedente crisi del 2013 era stata pregiudicata solo la domanda di acquisto di abitazioni, dai nuovi dati si nota che la crisi pandemica attuale ha colpito tutto il settore e in particolare proprio la domanda di locazione. «Una situazione - chiariscono da Nomisma - strettamente connessa al crollo degli affitti brevi legati al turismo. Di conseguenza continuano a calare sia i prezzi che i canoni di locazione». 


I VALORI

I prezzi al metro quadro restano comunque più alti della media italiana: se nelle 13 città si compra casa (usata) a 1.829 euro al metro quadrato, a Venezia la media urbana è 2.980 euro, con oscillazioni che vanno dai 2.506 delle case in periferia ai 4.712 delle zone di pregio. Anche gli affitti a Venezia sono alti: 127 euro al metro quadro per anno in media (dai 220 delle zone di pregio ai 102 delle periferie) rispetto ai 96 euro che si spendono, in media, nelle 13 città. Ma nel pre-Covid il divario era ancora più ampio, se si tiene conto che dai dati di Nomisma emerge che a Venezia i prezzi sono calati in media del 2,1% nel 2020, per poi stabilizzarsi in questo primo semestre del 2021. I tempi medi di vendita delle abitazioni sono intanto tornati ai livelli pre pandemia: se la casa è usata ci vogliono 7 mesi, se è nuova ne bastano 6. La situazione è più critica per il mercato degli immobili di impresa: se questo settore già non godeva di ottima salute prima dell'avvento del Covid, con la crisi sanitaria le difficoltà si sono inasprite e vendere o affittare un negozio resta difficile. Il calo delle transazioni è del 23,2%, perdendo uno scambio su quattro e riportando quindi il dato sui livelli del 2015-2016. 
Al contrario, è boom di compravendite di immobili direzionali. A Venezia nel 2020 sono aumentate del 23,5%, per un totale di 124 scambi. «Il fenomeno - commentano da Nomisma -, che accomuna solo Venezia a Roma, risulta in controtendenza rispetto al forte contraccolpo che il settore ha mostrato nelle altre città monitorate, imputabile probabilmente alle iniziative di salvaguardia messe in campo che hanno temporaneamente mitigato gli effetti della recessione sul segmento degli uffici». 
 

Ultimo aggiornamento: 09:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci