La rabbia di Bugliesi: «Solo falsità su Casa Tre Oci, non si vende»

Giovedì 17 Dicembre 2020 di Paolo Guidone
La rabbia di Bugliesi: «Solo falsità su Casa Tre Oci, non si vende»
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MESTRE «Non abbiamo neanche immaginato di venderla, tutto quello che è stato scritto, il Fondo americano e tutto il resto, non corrisponde al vero. C’è solo un piano complessivo di dismissioni immobiliari in fase di valutazione e in ogni caso la destinazione d’uso di un immobile non la decidiamo noi,ma il Consiglio comunale». 
É duro il presidente della Fondazione di Venezia Michele Bugliesi, nello smentire seccamente i rumors riguardanti la futura dismissione della Casa dei Tre Oci alla Giudecca (ma che erano stati confermati dalla stessa Fondazione), preziosa gemma nel patrimonio immobiliare della Fondazione, stimato in circa 130 milioni di euro complessivi, che sembrava destinata a finire nelle mani di una qualche società privata o di un fondo immobiliare che, per definizione, hanno come principale obiettivo quello di far fruttare qualunque immobile. 
Un timore, quello di perdere uno spazio di fruizione culturale che negli ultimi anni ha ospitato prestigiose e frequentatissime mostre fotografiche, che ha indotto i veneziani a raccogliere in pochi giorni tremila firme per chiedere alla Fondazione di Venezia di rinunciare alla vendita. Qualunque sia la reale intenzione della Fondazione, appare comunque difficile immaginare che il prezioso immobile della Giudecca con magnifico affaccio sul Bacino di San Marco possa diventare l’ennesimo albergo di lusso, come paventato da qualcuno, essendo a Venezia tutt’ora vigente il blocco di nuove strutture alberghiere–ricettive, salvo uno specifico e oggi assai improbabile via libera da parte del Consiglio comunale. 
Il piano di cessioni immobiliari rappresenta però una delle tappe previste dalla Fondazione per poter rilanciare il Museo M9, ma il coro unanime di critiche pervenute dagli ambienti culturali, dalla politica e dalla società civile veneziana potrebbe dunque aver spinto la Fondazione a riconsiderare il progetto.

Del resto lo stesso Consiglio generale della Fondazione di Venezia ha sempre messo in chiaro l’intenzione di reperire nuove risorse da investire nel territorio, “smobilizzando tutto quello che è smobilizzabile” in quanto l’attuale patrimonio sarebbe eccessivamente sbilanciato in asset immobiliari che non garantiscono sufficiente reddito alla cassa.

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