Elisabetta Caminer, figlia d'arte e prima donna direttrice di giornale in Italia

Martedì 20 Aprile 2021 di Alessandro Marzo Magno
Elisabetta Caminer
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La madre di tutte le giornaliste italiane nasce a Venezia il 29 luglio 1751. Elisabetta Caminer è figlia d'arte e comincia a lavorare nel giornale diretto dal padre Domenico, L'Europa letteraria, per divenire più tardi a sua volta la direttrice della testata che ne coglie l'eredità, il Giornale enciclopedico. La recente notizia che la britannica Reuters, una delle agenzie di notizie più importanti del mondo ha, per la prima volta nei suoi 170 anni di storia, una direttrice e per di più italiana, Alessandra Galloni, costituisce l'occasione per dare uno sguardo al passato del giornalismo al femminile.
Elisabetta Caminer è la prima direttrice di giornale in Italia, la napoletana Matilde Serao è la prima donna ad aver fondato e diretto un quotidiano in Italia, il Corriere di Roma, nel 1885, e sette anni più tardi, nel 1892, fonderà e dirigerà, assieme al marito Edoardo Scarfoglio, Il Mattino, ancora oggi il più importante quotidiano di Napoli. Talvolta la Caminer è indicata come la prima giornalista del mondo, ma questo titolo sembra invece spettare all'americana Elizabeth Timothy che nel 1738, alla morte del marito, assume la direzione della South-Carolina Gazette.

FORMAZIONE ENCICLOPEDICA
La giovane Elisabetta legge i libri della biblioteca del padre, impara il francese e comincia a collaborare alla bottega letteraria paterna. All'inizio fa solo la copista, ma poi si dà da fare con traduzioni, rifacimenti, compilazioni e scrive anche qualche poesia. Diciottenne, la donna comincia a scrivere regolarmente nel giornale del padre, i suoi articoli si distinguono da quelli del genitore per acume critico e piglio polemico. Domenico era invece paladino di un giornalismo d'informazione e non di opinione, attento all'imparzialità e lontano da qualsiasi militanza, anche culturale. In termini contemporanei si potrebbe dire che il padre ha il taglio del cronista, mentre la figlia ha maggiormente il piglio dell'editorialista. La consacrazione della giovane donna nel mondo culturale veneziano avviene nel 1769, quando nel teatro di San Luca si recita con successo L'onesto colpevole ossia L'amore filiale, di Fenuillot de Falbaire, per l'appunto nella traduzione di Elisabetta Caminer. Nello stesso anno la veneziana si sposa con il medico vicentino Antonio Turra che, come molti intellettuali dell'epoca, aveva interessi scientifici ramificati: oltre che di medicina, si interessava di botanica ed era uno dei più importanti naturalisti nell'Italia dei lumi. Anche Wolfgang Goethe ha modo di apprezzarlo, quando passa per Vicenza, nel settembre 1786: «Il dottor Turra è uomo pieno di bontà e accorgimento: narrommi la sua vita liberamente con candore e modestia; le sue parole erano piene di precisione e gentilezza», scrive il letterato tedesco.

LA FAMIGLIA TURRA
Dopo le nozze Elisabetta va a vivere a Vicenza e comincia a firmare i suoi articoli con le iniziali Ect (Elisabetta Caminer Turra). Cosa del tutto eccezionale per il tempo, è indipendente dal marito dal punto di vista economico. Elisabetta continua con maggior entusiasmo l'attività letteraria, traducendo commedie francesi, componendo rime arcadiche e collaborando all'«Europa letteraria» che, grazie soprattutto all'assiduo apporto di Alberto Fortis, acquisterà una più precisa fisionomia. L'incontro con questo intellettuale, un abate padovano, una delle più importanti figure dell'Illuminismo veneto, costituisce senza dubbio l'avvenimento più importante della biografia culturale di Elisabetta Caminer Turra: saprà dare più solidi e organici fondamenti ideologici della giovane donna.

LA LITE CON GOZZI
Elisabetta Caminer si schiera con decisione a fianco di Carlo Goldoni e della sua riforma teatrale e polemizza con Carlo Gozzi in maniera piuttosto accesa. «Il teatro italiano trovasi oggi abbandonato alla Donna Serpente, al Re Cervo... e altre simili scurrilità, parti dell'istrionismo che a rossore dell'Italia, dalla vanità, dal fanatismo e dalla stoltizia vengono resi pubblici anche colle stampe» scrive Elisabetta. Gozzi non si tira indietro, non le perdona la difesa dell'immorale «commedia lagrimevole» e la rappresenta in questo modo: «Una giovanetta di buona indole, d'ottimo costume, pregiabile nella sua inclinazione alle belle lettere, che faceva qualche verso armonico e prometteva di potersi ridurre un ornamento armonico della nostra società. Fu eccitata a non contentarsi d'una coltura filologica e del rendersi capace d'una buona traduzione, ma a divenire capitanessa d'un giornale intitolato l'Europa letteraria e a far la comparsa repentina d'un diluvio universale di scienza; a far estratti e dar pareri a lodare ed assolvere magistralmente tutti gli scrittori e tutti i libri di tutte le materie».

BATTAGLIERA
Non gliele manda proprio a dire. Comunque, anche se gli interessi letterari di Elisabetta Caminer continuano a essere vari e sfaccettati, è nel giornalismo che si concentra sempre di più la sua azione. L'«Europa letteraria» era nata come uno dei tanti giornali d'informazione letteraria si va trasformando in un foglio di tendenza, sempre più apertamente impegnato a diffondere la letteratura moderna d'oltralpe. È la giovane Elisabetta a dare questa decisa impronta filo francese al giornale che nel maggio 1773 cambia la testata in Giornale enciclopedico, con un chiarissimo riferimento all'Illuminismo e all'enciclopedismo transalpino. Formalmente Domenico Caminer continua a esserne il direttore, ma di fatto Elisabetta ne decide la linea. Oltre ad Alberto Fortis, autore del fortunatissimo Viaggio in Dalmazia (1774), collaborano al giornale altri nomi illustri, come Lazzaro Spallanzani, o Antonio Dondi dell'Orologio. La statura giornalistica di Elisabetta si accresce nel tempo, fino a quando è in grado di assumersi la piena responsabilità della direzione, nel 1777, allorché il padre lascia in quanto impegnato a compilare una storia americana. La redazione del giornale viene spostata a Vicenza e l'ormai ex direttore Domenico resta a Venezia per scrivere le notizie di cronaca.

DONNA IMPRENDITRICE
La Caminer tenta anche l'avventura imprenditoriale diventando editore e stampatore del giornale che dirige. Così, dopo aver convinto il marito, nel 1780 apre la tipografia Turra, a Vicenza. Il Giornale enciclopedico diventa uno dei giornali italiani più dinamici e coraggiosi d'Italia, fino alla morte della direttrice il 7 giugno 1796, a villa Fracanzani di Orgiano, nel vicentino, alle pendici dei Colli Berici. I conservatori salutano esultando la morte dalla donna che aveva osato svolgere un mestiere da uomo: «Ragazzina con la testa piena di fantasticherie romanzesche» la definiscono e, naturalmente, «giornalista che consuma in redazione le sue voluttuose relazioni».
Dopo la sua morte il giornale fa avanti per un po' con la direzione dello stampatore Giacomo Storti, ma chiude definitivamente nel dicembre 1797, sette mesi dopo la fine della Serenissima.
 

Ultimo aggiornamento: 16:57 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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