Tragedia del bus a Mestre. Massimo Fiorese, Roberto di Bussolo e Alberto Cesaro: il ritratto dei tre indagati. Due sono dirigenti del Comune di Venezia

Giovedì 12 Ottobre 2023 di Gianluca Amadori e Nicola Munaro
Massimo Fiorese e Roberto Di Bussolo

MESTRE - È stata, quella di ieri, una giornata convulsa in Comune, soprattutto all’ex Carbonifera dove hanno sede gli uffici dei settori Infrastrutture e Mobilità. Il via vai frenetico - compreso quello di avvocati - è iniziato non appena a tarda mattinata è arrivata dalla procura la convocazione per l’udienza di stamattina, quando verrà conferito l’incarico sul cavalcavia Superiore di Marghera, da dove il 3 ottobre è caduto il bus della società La Linea. Il pullman-navetta guidato dal quarantenne trevigiano Alberto Rizzotto, con a bordo 35 turisti da tutto il mondo, stava rientrando al campeggio Hu di Marghera da piazzale Roma, dove la comitiva si era ritrovata dopo una giornata a Venezia.

Il volo di 15 metri, alle 19.38 e 38 secondi del 3 ottobre, ha spezzato 21 vite. Quindici i feriti. 


E ieri, a più di una settimana di distanza, ecco il primo atto formale della procura con l’iscrizione di tre persone accusate di omicidio stradale, omicidio colposo plurimo, lesioni personali stradali gravi o gravissime e lesioni personali colpose (ne parliamo in un articolo a pagina 9 dell’edizione nazionale). L’iscrizione sul registro degli indagati è un atto dovuto per permettere loro di partecipare alla consulenza tecnica e dunque di difendersi, non un’anticipazione di responsabilità, in questa fase tutta ancora da accertare. 


Bus di Mestre, il ritratto degli indagati


MASSIMO FIORESE


Questi gli indagati. Il padovano Massimo Fiorese, 63 anni, amministratore delegato della società La Linea, proprietaria del mezzo precipitato dal cavalcavia, che stava trasportando turisti da Venezia verso il campeggio Hu di Marghera. 


ROBERTO DI BUSSOLO


Poi Roberto Di Bussolo, 51 anni, residente a Mestre, dirigente del settore Viabilità terraferma e mobilità del Comune di Venezia. Di Bussolo si è laureato in Ingegneria a Padova nel 1999: è entrato in Comune nel 2001 come istruttore direttivo nel settore Territorio e mobilità, per poi diventare nel 2006 responsabile del servizio gestione territorio. È dirigente dal febbraio del 2020; in precedenza, per due anni, aveva ricoperto l’incarico di responsabile del servizio pianificazione e realizzazione infrastrutture per la mobilità e la smart city. 


ALBERTO CESARO


Infine Alberto Cesaro, 47 anni, residente a Martellago (Venezia) responsabile del Servizio manutenzione viabilità terraferma del Comune. Laureato in Architettura nel 2002, è stato assunto in Comune nel 2008, alla direzione Lavori pubblici.


Al centro della consulenza che verrà commissionata questa mattina dalla pm Laura Cameli, che coordina le indagini, c’è il cavalcavia Superiore e la sua manutenzione. Nella convocazione si legge che dovranno essere svolti gli “accertamenti tecnici utili alla ricostruzione della dinamica dei fatti accaduti (...) in particolare all’esame della strada e delle barriere presenti sul luogo del sinistro e all’idoneità delle stesse”, quindi anche il guardrail. A eseguire l’esame sarà l’ingegner Placido Migliorino, dirigente del ministero delle Infrastrutture, soprannominato il “mastino” per il rigore delle ispezioni sui viadotti autostradali, in particolare dopo il crollo del ponte Morandi a Genova.


Il quesito approfondito si conoscerà soltanto questa mattina ma è chiaro che il compito del professionista sarà quello di analizzare lo stato della strada e delle barriere di protezione, nonché il percorso e la dinamica dell’uscita di strada: il bus effettuava quel servizio, che è una sorta di Ncc (noleggio con conducente), in forza dell’autorizzazione generica rilasciata come servizio “atipico” di navetta senza fermate intermedie. Non è ancora tempo, quindi, per ciò che si immaginava essere la prima consulenza data dalla magistratura, cioè quella sulla scatola nera del mezzo che - con le sue sei telecamere interne - ha ripreso tutti gli attimi di quella tragedia, alle 19.38 e 38 secondi del 3 ottobre. L’indagine entra così nel vivo, dopo l’autopsia sul corpo di Rizzotto i cui risultati non sono ancora stati resi noti dalla procura. L’attesa, quindi, è tutta per oggi e per il quesito completo all’ingegner Migliorino. 

Ultimo aggiornamento: 21:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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