Nel Veneziano oltre undicimila colf e badanti: «Far emergere il lavoro nero»

Lunedì 3 Luglio 2023 di Alvise Sperandio
Colf e badanti sono un pilastro fondamentale del welfare

MESTRE - Colf e badanti si confermano un pilastro fondamentale del welfare anche cittadino e provinciale.

Nel Veneziano sono 11.387 le lavoratrici e i lavoratori addetti all’assistenza della persona, soprattutto nella fascia della non autosufficienza. Un numero, questo, uscito dal convegno nazionale organizzato nei giorni scorsi dall’Inps con Nuova Collaborazione, Associazione dei datori di lavoro domestico. Seguire un anziano a domicilio è divenuto essenziale in una società in cui l’età media di vita cresce, ma dove vivere più a lungo non equivale sempre a vivere bene. 


I NUMERI
In provincia sono state censite 4.288 colf, che aiutano le famiglie nella gestione della casa, facendo le spese, le pulizie, i lavori, mentre 7.099 sono le “badanti” – così come sono comunemente definite e conosciute – che si occupano della cura personale dell’assistito. La quasi totalità della sommatoria delle due categorie è costituita da donne: 10.304 a fronte di un migliaio di uomini che svolgono questo tipo di mansioni. Tre quarti del personale è di origine straniera, a fronte di 2.667 italiani. Molto spesso colf e badanti sono arrivate in cerca di occupazione e di una vita migliore che nel Paese d’origine: 6.754, più della metà, sono persone dell’Est Europa, ma in un quadro piuttosto variegato relativo alle nazionalità, e c’è chi giunge anche dall’Asia orientale (573) e dall’Africa del nord (417). La situazione è piuttosto diversificata anche per quanto riguarda le classi d’età, trovando sia i giovanissimi, sotto i 19 e i 25 anni, che coloro che si avvicinano più al momento della pensione: 1.817 persone tra i 50 e i 54 anni, 2.092 tra i 55 e i 59 anni, 1.944 tra i 60 e i 64. Infine, circa la retribuzione, non ci sono fasce di reddito predominanti su altre: c’è chi guadagna meno di mille euro all’anno, come chi arriva a oltre 13mila, cifre che vanno contestualizzate rispetto al fenomeno del lavoro in nero che oggettivamente, per queste categorie, è un dato di fatto. 


IN CALO DAL 2021
Venezia e provincia seguono il trend nazionale dove lo scorso anno i lavoratori domestici contribuenti all’Inps sono stati 894.299, con un calo del 7,9% rispetto al 2021 (meno 76.548 lavoratori), dopo gli aumenti registrati nel biennio 2020-2021 legati a una spontanea regolarizzazione dei rapporti di lavoro, per consentire ai collaboratori domestici di recarsi al lavoro durante il periodo di lockdown, nonché all’entrata in vigore del Decreto Rilancio che, da giugno 2020, ha regolamentato l’emersione agevolata di rapporti di lavoro irregolari che ha riguardato soprattutto lavoratori stranieri e in particolare extracomunitari. 
A livello territoriale, il Nord-Est raccoglie il 20,3% del totale nazionale di colf e badanti. «I lavoratori domestici – spiega Alfredo Savia, presidente di Nuova Collaborazione – sono diventati sempre più centrali nell’organizzazione del lavoro di cura della casa e della famiglia. Alla politica chiediamo provvedimenti duraturi nel tempo, soprattutto in materia fiscale, per agevolare le assunzioni e programmi che facciano emergere anche il lavoro irregolare. Ricordiamo anche l’apporto delle baby sitter che hanno un ruolo centrale nell’assistenza delle coppie aiutandole le madri a contemperare le esigenze di lavoro e famiglia: molte, altrimenti, dovrebbero rinunciare alla carriera». 
 

Ultimo aggiornamento: 16:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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