Martellago. Fa un lavoretto occasionale da 518 euro ma è in "Quota 100", l'Inps gli blocca la pensione: deve restituire 17mila euro

Lunedì 29 Gennaio 2024 di Nicola De Rossi
Fa un lavoretto da 518 euro ma è in "Quota 100", l'Inps gli blocca la pensione: deve restituire 17mila euro

MARTELLAGOQuota cento bloccata con l’imposizione di restituire arretrati per 17mila euro, solo per averne percepiti 518 con un lavoretto occasionale: Inps inflessibile con un 65enne di Maerne indigente, ma la Corte dei Conti ha sospeso il provvedimento accogliendo il ricorso del suo legale, l’ex vicesindaco Alberto Ferri. L’uomo è titolare dal 2021 del trattamento pensionistico quota cento, 1.200 euro al mese con cui stenta a campare dovendo anche mantenere la madre invalida. Avendo poi contratto dei prestiti per urgenti lavori in casa, il pensionato ha cercato un lavoro occasionale per arrotondare convinto che non avrebbe perso la pensione se l’entrata fosse rimasta entro i cinquemila euro annui. Ha trovato un piccolo impiego a Venezia, da marzo per quattro mesi, che gli ha fruttato 518 euro al netto di contributi e ritenute fiscali, ma l’Inps, venuta a conoscenza del rapporto di lavoro che, per quanto intermittente, era subordinato, gli ha sospeso da novembre l’erogazione della pensione e pure imposto di restituire tutti i ratei percepiti da gennaio a ottobre 2023, 17.456 euro. Al 65enne è crollato il mondo addosso e ha chiesto aiuto a un legale. Ferri ha proposto ricorso d’urgenza con richiesta di sospensiva alla Corte dei Conti del Veneto, lamentando da parte dell’istituto un’irragionevole applicazione della norma e un’ingiusta e sproporzionata sanzione ed evidenziando lo stato di necessità del suo assistito e la sua totale buona fede nell’intraprendere quella piccola occupazione saltuaria. «La gravità sta anche nell’aver tolto ogni mezzo di sostentamento - denuncia Ferri -: lo stesso assegno sociale è impignorabile. E la contraddizione normativa consiste nel consentire ai titolari di quota cento di svolgere occupazioni occasionali col limite della percezione massima di cinquemila euro ma solo per lavori autonomi, penalizzando immotivatamente il lavoratore subordinato che, sempre occasionalmente, ma da dipendente, percepisca comunque meno di cinquemila: di qui anche la confusione della norma».

LA DECISIONE

Il giudice Elisa Borrelli, all’esito dell’udienza dell’8 gennaio ha ritenuto sussistessero i presupposti per accogliere l’istanza cautelare anche e proprio in ragione, spiega l’ordinanza, «delle modalità di applicazione da parte dell’Inps della normativa e con riferimento al calcolo del debito complessivo a carico del ricorrente, comprese le trattenute sulle mensilità 2023 che non risultano nemmeno effettuate nei limiti del quinto. L’entità della somma da recuperare, in relazione al trattamento pensionistico percepito, risulta pregiudizievole, anche a fronte delle necessità di garantire il soddisfacimento dei bisogni primari di questa persona». Il giudice ha disposto il ripristino della pensione da gennaio 2024 e sospeso il provvedimento di recupero degli oltre 17mila euro che l’istituto chiede indietro.

Ultimo aggiornamento: 31 Gennaio, 12:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci