MESTRE - Strafatto al volante della sua Polo si è lanciato come un missile sulla ciclabile in pieno centro a Mestre e ha ucciso un ragazzo di 25 anni. È successo ieri pomeriggio qualche minuto prima delle tre e mezza, in via Dante, davanti alla scuola elementare Cesare Battisti. Neanche ventiquattro ore prima, in quello stesso pezzo di strada per soli ciclisti e pedoni, c'erano le tavolate dei residenti del quartiere in festa per cercare di ritrovare il senso di comunità, in un quartiere che troppo spesso finisce alla ribalta della cronaca per spacciatori e tossicodipendenti. «Poteva fare una strage, questo è peggio dei terroristi che piombano in auto sulla folla. È venuto qui per comprarsi la droga e poi se l'è iniettata subito. Non possiamo più tollerare una simile situazione. E oggi (ieri, ndr) un giovane del tutto incolpevole ci ha rimesso la vita. Cosa deve succedere ancora?».
La rabbia delle gente è tanta. E in tanti hanno le lacrime agli occhi di fronte a quella scena agghiacciante, resa ancora più vivida dal sole che picchia in testa, in un torrido pomeriggio di domenica in cui il termometro segna 32 gradi: la luce è talmente abbacinante da far sembrare di essere sulla scena di un film. Purtroppo non è così. Il lenzuolo macchiato di sangue steso sull'asfalto restituisce un'istantanea tragica e feroce.
LA DINAMICA
LE INDAGINI
L'uomo viene portato nella caserma della polizia municipale che dista qualche centinaio di metri. Lo devono addirittura sedare perché è fuori controllo: è rinchiuso in cella con l'accusa di omicidio stradale aggravato. A suo carico risultano dei precedenti anche per rapina. I rilievi in via Dante proseguono fino a pomeriggio tardo. Sul luogo della tragedia comincia a radunarsi una piccola folla di connazionali e amici dell'investito: gli sguardi lucidi, il dolore silenzioso davanti al cadavere di un 25enne che viene descritto come un bravo ragazzo a cui piaceva lavorare e che si era bene inserito a Mestre. Il magistrato di turno ha disposto il sequestro dei mezzi coinvolti. Il nulla osta per la rimozione della salma giunge attorno alle 18. «Questione di pochi minuti e poteva travolgere me e i miei due bambini» ci dice visibilmente scosso Giacomo Aliotta, 38 anni, uno dei testimoni oculari. Stava accingendosi ad attraversare la via quando ha sentito il botto. E niente è stato più come prima.
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