Un orsacchiotto bianco per l'addio ad Aurora, la bimba uccisa dal male a 8 anni

Martedì 6 Novembre 2018 di Diego Degan
Un orsacchiotto bianco per l'addio ad Aurora, la bimba uccisa dal male a 8 anni
SOTTOMARINA - Un orsacchiotto bianco di peluche. Un pupazzo al quale, chissà quante volte, Aurora Nordio si era stretta nella sua lotta contro la malattia, è stato il simbolo che i genitori hanno voluto mettere sulla piccola bara, ugualmente bianca, della loro piccola di 8  anni, morta martedì scorso, per un neuroblastoma contro il quale ha lottato per tre lunghi anni.

Nella chiesa di San Martino, ieri mattina, una folla ha voluto dare l'ultimo addio alla «piccola guerriera» che, alla fine, ha dovuto cedere contro un male più grande della sua volontà. «Voleva vivere, ha lottato fino all'ultimo», racconta chi, in un modo o nell'altro, ha conosciuto la famiglia in questi anni di paura e speranza. Paura, quando si è scoperto che quella febbre persistente e quel mal di pancia che la bambina aveva cominciato a lamentare, allora aveva solo cinque anni, erano i sintomi di una delle malattie più aggressive che potessero colpirla, una malattia che, molto spesso, si rivela fatale. Speranza, quando, dopo un primo ciclo di cure, il male era regredito, si era fatto da parte, quasi a voler rispettare quell'esserino che cercava di cacciarlo con tutte le sue forze. Una battaglia disperata che Aurora conduceva con il sostegno della madre Elisabetta, del papà Stefano e del gruppo dei volontari di Team for Children l'associazione che, nel reparto di oncoematologia pediatrica dell'ospedale di Padova, si prende cura dei ragazzini colpiti dal cancro. Quest'estate, pur continuando a fare la spola tra Chioggia e Padova, Aurora aveva frequentato l'Estate Ragazzi organizzata dalla parrocchia e lì aveva conosciuto don Pierangelo Laurenti, che ha celebrato il rito funebre, ricordando, anche lui, con quanta forza e coraggio Aurora avesse cercato di continuare a vivere. E' stata la nonna materna, Lucia, a leggere, alla fine della cerimonia, una lettera, idealmente scritta alla nipotina, nella quale ricordava proprio la forza d'animo che la piccola aveva sempre manifestato nel corso della sua malattia, dimostrando tutto il suo attaccamento a quella vita che il ritorno feroce del male le ha impedito di vivere. Ed ha espresso, la nonna, a nome della famiglia, un sentito ringraziamento a tutti coloro, dagli operatori scolastici che l'avevano conosciuta alla materna e alla primaria, ai medici che l'avevano curata, ai volontari che erano riusciti a farla sorridere, nonostante tutto, nei giorni delle dolorose cure in ospedale.
 
Ultimo aggiornamento: 15:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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