Il caso assicurazioni: polizze romene, 25 milioni di "buco" per le Ulss venete

Mercoledì 13 Aprile 2022 di Angela Pederiva
City Insurance
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VENEZIA - Potrebbe aggirarsi sui 25 milioni di euro l'esposizione delle aziende sanitarie e ospedaliere del Veneto nei confronti delle compagnie romene City Insurance e Lig Insurance. È questa la prima stima che trapela dall'attività di quantificazione in corso in queste ore, contrassegnate anche dalle polemiche politiche scatenate dal caso.

Tutto questo mentre gli studi legali incaricati dai direttori generali stanno mettendo a punto la strategia di recupero dei crediti, che potrebbe arrivare a comprendere pure una vertenza contro il Governo di Bucarest.

IL CALCOLO

L'esatta entità dello scandalo non sarà il risultato di un calcolo semplice. Tra le cause per responsabilità civile dei sanitari intentate nei confronti degli enti, bisogna infatti distinguere quelle che sono già state perse (per cui c'è un titolo esecutivo, conteggiato al centesimo) e quelle che invece sono tuttora pendenti (per le quali si può solo stimare il rischio processuale in via approssimativa, oppure si può prudenzialmente ipotizzare il rischio massimo in base alla richiesta formulata dai pazienti ai giudici). Pare comunque di capire che gli 11,5 milioni preventivati dall'Ulss 3 Serenissima (2,5) e dall'Ulss 8 Berica (9) non siano nemmeno la metà del conto complessivo a livello regionale. Non a caso i provvedimenti dei dg sono in continuo divenire: fra gli ultimi, quello di Callisto Marco Bravi per l'Azienda ospedaliera di Verona, che ha affidato all'avvocato Andrea Conselvan il compito di tutelare gli interessi dell'ente, creditore nei confronti di City Insurance in conseguenza di due sentenze emesse nel 2019 e nel 2020 dal Tribunale scaligero.

LE POLEMICHE

Vanno all'attacco Anna Maria Bigon e Francesca Zottis, consigliere regionali del Partito Democratico: «Ci sono responsabilità politiche sulle quali non è possibile tacere e che risalgono a dieci anni fa, quando la Regione aveva affidato a City Insurance il servizio di copertura assicurativa in Veneto, poi revocandolo a seguito degli sviluppi di un'inchiesta della Guardia di Finanza che aveva disegnato attorno alla società un quadro a tinte fosche. Com'è stato possibile cadere in questo ginepraio? Per caso, il frutto avvelenato del sistema delle gare al massimo ribasso?». «Sono sconcertata nel leggere le notizie di questi giorni sulla sanità veneta che dovrebbe essere un modello da esportare e invece sembra più un modello da evitare», rincara la dose Arianna Spessotto, deputata di Alternativa, citando anche l'inchiesta della Procura di Padova sulle mense ospedaliere e sull'ex dg Domenico Mantoan, nonché riferendo le lamentele per la lentezza nell'accesso in un ospedale: «Mi sono avvicinata a questo addetto ai controlli che era in evidente stato di stress e mi ha spiegato di effettuare turni da 7 ore continuative senza neanche poter andare alla toilette, pagato 4,9 euro lordi/ora, grazie ad una di quelle favolose gare d'appalto di Azienda Zero. Sarebbe il caso che non i dirigenti o gli assessori, ma in prima persona il presidente Zaia desse conto di tutto quanto».

LE AZIONI

In attesa di chiarimenti da parte della Giunta, i legali procedono con le azioni, come l'insinuazione nello stato passivo del fallimento e la richiesta di accesso al Fondo di garanzia. «Si tratta di una sorta di paracadute spiega l'avvocato Bruno Barel, che assiste l'Azienda ospedaliera di Padova e altre Ulss imposto dalla normativa europea come contrappeso alla libera concorrenza nel mercato assicurativo. Se però questa dotazione dovesse rivelarsi incapiente, come purtroppo temiamo a causa dell'alto numero di creditori della City Insurance, bisognerebbe pensare a qualche altra misura. Per questo stiamo già studiando l'applicazione della direttiva Ue da parte della Romania: se risultasse che non è stata attuata correttamente o tempestivamente, potremmo fare causa allo Stato romeno, in quanto il diritto comunitario prevede che in quei casi siano i Paesi membri a risarcire i danni patiti dai cittadini a causa delle loro inadempienze».
 

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