Crac delle compagnie assicurative romene: buco milionario per le Ulss venete

Martedì 12 Aprile 2022 di Angela Pederiva
Crac delle compagnie assicurative romene: buco milionario per le Ulss venete
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VENEZIA - Scoppia la grana delle assicurazioni romene in Veneto. È scaduto ieri il termine per l'insinuazione nello stato passivo della City Insurance, compagnia che lo scorso 9 febbraio è stata dichiarata fallita dal Tribunale di Bucarest, dopo che una decina di anni fa aveva stipulato polizze con le allora Ulss Veneziana, del Veneto Orientale, di Mirano, di Chioggia, di Rovigo, di Adria e di Verona, nonché con le Aziende ospedaliere di Padova e di Verona.

Una vicenda simile a quella della Lig Insurance, che avrebbe dovuto coprire i danni per la responsabilità civile delle ex Ulss di Vicenza, dell'Ovest Vicentino e dell'Alto Vicentino. Occorre usare il condizionale, perché in realtà gli enti del Servizio sanitario regionale si trovano ora esposti per importi multimilionari (le attuali Ulss 3 Serenissima per 2,5 milioni e Ulss 8 Berica per 9 milioni, solo per citarne un paio), tanto da aver dovuto ingaggiare complesse battaglie legali con l'obiettivo di recuperare almeno una parte dei crediti.


IL SEQUESTRO
La vicenda City Insurance aveva destato notevole scalpore nel 2012, quando la Regione aveva revocato l'aggiudicazione della gara per il servizio di copertura assicurativa sull'intero territorio regionale, nel momento in cui la società romena risultava già affidataria dell'incarico in quattro province. In quel periodo la Guardia di finanza, nell'ambito di un'inchiesta coordinata dalla Procura di Venezia, aveva infatti sequestrato tutta la documentazione della selezione da 76 milioni di euro, spiegando di aver intravisto «l'ombra della camorra», come specificato in un comunicato: «Dietro alla società, unica concorrente e vincitrice della gara con un forte ribasso, appartenenti alla criminalità organizzata e soggetti con precedenti per reati finanziari, abuso di ufficio, falso e peculato». Accuse all'epoca così respinte, in una nota, dal legale rappresentante Nicolae Musat: «Non posso che denunciare una sorta di messa al bando della City con diffamazioni costituenti un procurato allarme, con grave lesione dell'immagine della compagnia».


IL DIVIETO
Fatto sta che, in seguito alle indagini, in quei mesi l'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private aveva disposto nei confronti di City Insurance «il divieto di stipulare nuovi contratti nel territorio della Repubblica italiana». Dopodiché lo scorso 15 marzo lo stesso Ivass è stato informato dell'apertura della procedura di fallimento, per cui è stata nominata quale liquidatore giudiziale la società Citr, che ancora un paio di settimane fa quantificava in «oltre 70.000» i creditori della compagnia. Questi ultimi in parallelo hanno anche 90 giorni di tempo per presentare domanda di accesso al Fondo di garanzia romeno, il quale è stato travolto da una mole di richieste tale da rendere necessario un avviso pubblico: «L'elevato volume di attività dovuto alla situazione di City Insurance può generare ritardi nella comunicazione con i creditori assicurativi e nella registrazione dei documenti».


I DANNI
Nel caso Lig Insurance, invece, non è stato nemmeno possibile aprire il paracadute statale del Fga, in quanto la Cassazione romena ha confermato la revoca dell'autorizzazione all'esercizio dell'attività assicurativa, ma la Corte d'Appello ha rigettato l'istanza di fallimento della compagnia, che nel frattempo ha pure cambiato denominazione e forma sociale. Il problema è che, con il passare degli anni, sono diventate esecutive diverse sentenze di condanna per responsabilità dei sanitari a carico delle varie Ulss. I direttori generali hanno così dovuto anticipare gli importi con fondi pubblici, in modo da garantire la liquidazione dei danni ai pazienti, per cui ora stanno tentando di rivalersi sulla società, che sulla carta risulta solvente ma di fatto non collabora.


LA STRATEGIA
Tutto questo contribuisce a spiegare la complessità della strategia perseguita dagli avvocati Bruno Barel e Stefania Stefan dello studio BM&A, che assiste alcune delle aziende sanitarie e ospedaliere coinvolte. Sul fronte City, viene battuta la duplice strada dell'insinuazione nella procedura fallimentare e del ricorso al Fondo di garanzia. Sul versante Lig, sono state esperite con successo (ma si tratta di cifre modeste) due vertenze-pilota per portare ad esecuzione i titoli maturati nei confronti della compagnia creditrice. «Ringraziamo le cancellerie delle Procure e dei Tribunali del Veneto dicono i legali per la solerzia con cui ci hanno permesso di ottenere le copie autenticate di tutti gli atti e i documenti, che da mesi stiamo facendo tradurre in romeno, come richiesto dalle farraginose procedure locali. Il timore è che, visti i grandi numeri in ballo non solo in Italia, il Fondo di garanzia finisca per rivelarsi incapiente. Ma d'intesa con gli uffici delle Ulss, non lasceremo di certo nulla di intentato».
 

Ultimo aggiornamento: 16:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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