Nuovo antivirale in compresse per combattere il Covid: è arrivato all'ospedale dell'Angelo per 66 trattamenti

Lunedì 14 Febbraio 2022 di Alvise Sperandio
PAXLOVID Il medicinale che impedisce la replicazione del virus è arrivato all'ospedale dell'Angelo di Mestre

MESTRE - C’è un’arma in più contro il Covid. In questi giorni è arrivata anche all’Ulss 3 Serenissima la prima fornitura di Paxlovid, il nuovo antivirale in compresse. In questa prima fase la farmacia dell’Ospedale dell’Angelo ha a disposizione un quantitativo per 66 trattamenti che vengono avviati secondo le indicazioni degli specialisti. Per sgombrare il campo da eventuali equivoci, se qualcuno lo pensasse, va precisato che queste pastiglie non sono un’alternativa al vaccino: le due cose, anzi, possono andare assieme. «Il vaccino è la cura preventiva del Covid, l’antivirale è una terapia», afferma il dottor Alessandro Chinellato, direttore della farmacia ospedaliera dell’azienda sanitaria.


LA TERAPIA
Le confezioni di Paxlovid contengono cinque blister da 6 compresse, per un totale di 30. Ne vanno somministrate tre al mattino e altrettante al pomeriggio, per cinque giorni. Anche in questo caso, come per i precedenti antivirali, il farmaco è particolarmente indicato in pazienti fragili che per pregressi problemi di salute sono esposti al rischio di una malattia più grave. Non può essere dato, invece, ai minorenni e alle donne incinte. «È una medicina di facile assunzione a domicilio dove può essere conservata a temperatura ambiente», spiega Chinellato. Mentre il dottor Sandro Panese, direttore delle Malattie infettive, sottolinea: «Si tratta di un farmaco antivirale diretto, cioè che agisce sui meccanismi di replicazione del virus, all’interno dell’organismo della persona, dapprima inibendoli e quindi bloccandoli>».
La circostanza che vada usato all’inizio della malattia fa sì, come sempre capita in medicina, che una diagnosi tempestiva ne favorisca un risultato migliore. «>Questo antivirale blocca l’eventuale evoluzione della malattia in forme clinicamente significative, che possono aggravare anche in modo serio le condizioni generali del paziente contagiato», sottolinea Panese. I fattori di rischio che possono suggerire al medico l’utilizzo del Paxlovid sono il diabete mellito, l’insufficienza renale cronica, l’obesità di una certa rilevanza, deficit respiratori, diverse forme di cardiopatia e di immunodepressione che possono derivare, ad esempio, da una patologia oncologica. «È un ausilio in più, con premesse molto incoraggianti», sostengono i due specialisti.


CURA DOMICILIARE
L’arrivo del nuovo antivirale segue di un mese quello del Molnupiravir, sempre da prendere per bocca, giunto nella farmacia dell’ospedale di Mestre ai primi di gennaio con un centinaio di trattamenti. Anche questo, per avere massima efficacia, dev’essere somministrato entro i primi cinque giorni dall’insorgenza dei sintomi da Covid. E anche questo ha il vantaggio di poter essere assunto a casa, elemento che distingue gli antivirali dalla terapia con i monoclonali per la quale è necessario recarsi in ospedale. I monoclonali funzionano in maniera diversa in quanto, anziché bloccare la replicazione del virus, ne impediscono l’accesso nelle cellule. 
 

Ultimo aggiornamento: 18:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci