Estela, violinista albanese arrivata alla Scala di Milano grazie al Friuli

Sabato 1 Febbraio 2020 di Clelia Delponte
Estela Sheshi, violinista dell'Orchestra La Scala di Milano, ha studiato al conservatorio di Udine
Ha trovato un Friuli Venezia Giulia accogliente, che l’ha traghettata all’Orchestra del Teatro della Scala di Milano, la violinista albanese Estela Sheshi membro - assieme a Suela Piciri, violino, Simonide Braconi ed Elena Faccani, viole, Alfredo Persichilli e Martina Lopez, violoncelli – de Gli Archi della Scala di Milano, che domenica 2 febbraio alle ore 11 nell’Auditorium di Casa Zanussi a Pordenone, inaugurano la 43^ edizione di Musicainsieme. In programma il Quartetto per archi in mi minore op. 44 n. 2 di Mendelssohn, e il Sestetto per archi in sol maggiore op. 36 di Brahms.
Nativa di Valona, Sheshi oggi ha 38 anni e in Italia si è costruita una carriera professionale di alto livello e ha messo su anche famiglia con un collega fagottista, sempre alla Scala. Di certo, un percorso che non si aspettava.
«La mia era una famiglia del ceto medio – racconta Estela Sheshi – io studiavo violino al Conservatorio di Valona, non senza difficoltà dovute agli sconvolgimenti della guerra civile e al seguente periodo di sbandamento dopo la caduta del governo. Avevano aperto le carceri e in giro c’erano delinquenti di tutti i tipi, gente armata. Le ragazze venivano rapite e costrette a prostituirsi in Italia. Per me lo studio del violino era tutto e mia madre mi accompagnava tutti i giorni al Conservatorio. La mia passione per la musica è sempre stata grandissima e così volli venire in Italia, paese della musica e del bel canto»”.

Estela Sheshi, quale fu la meta prescelta dalla sua famiglia?
«Udine, perché cì viveva già un mio zio, che quindi avrebbe potuto darmi un appoggio e un punto di riferimento. Grazie ai miei voti molto alti, potei chiedere un regolare visto per studio. Ma non fu comunque una passeggiata. Era il 2000, avevo 18 anni, lo stipendio di mio padre era di 120mila lire al mese e un biglietto aereo andata e ritorno per Trieste costava un milione e 500mila lire. La mia famiglia fece grandi sacrifici per supportarmi».

E una volta giunta a Udine?
«Ho trovato un ambiente accogliente e un sistema di convenzioni, che mi ha permesso di studiare ad alti livelli e anche di mantenermi. Grazie al Conservatorio Tomadini infatti ho fatto due master all’Università di Houston e ho sempre collaborato con orchestre locali, a partire dall’Orchestra Sinfonica del Friuli Venezia Giulia, dove ero Primo Violino di Spalla. Con questo bagaglio formative e professionale, ho tentato la via dell’Accademia del Teatro Alla Scala a Milano».

Non ha mai avuto problemi, per via delle sue origini, e dei pregiudizi, di cui in passato sono state vittime le persone albanesi immigrate in Italia?
«No, mai. Nel mondo della musica, nessuno è straniero, tutti parliamo la stessa lingua e siamo guidati dalla stessa passione e dallo stesso impegno. Sei comunque una persona riconosciuta per la tua cultura e il tuo talento. Milano poi è una città da sempre abituata alla presenza di studenti stranieri. Anche se ovviamente mi mancavano il mio paese e la mia famiglia».

Attualmente dove vive?
«A Milano, da 15 anni. La mia consacrazione Alla Scala – dove dal 2004 collaboravo sia con l’Orchestra del Teatro e che con la Filarmonica sotto la direzione dei maggiori direttori del mondo, quali Pretre, Gergiev, Metha, Chung, Dudamel, Harding, Chailly - è avvenuta attraverso il concorso nel 2010, che mi ha stabilizzata all’interno della compagine orchestrale. Superarlo non è stato uno scherzo. Si tratta di un concorso internazionale, dunque partecipano musicisti di tutto il mondo. E’ molto complesso e richiede un livello di preparazione altissimo. Quando lo feci io la direzione era affidata a Daniel Baremboim. Lavorare con lui, è stato un grande privilegio. Grazie a lui, che ne era un grande appassionato, abbiamo affrontato pagine sublimi, come quelle di Wagner. Spero col mio lavoro di trasmettere la potenza della musoca nella vita di ciascuno».
Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 17:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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