Sciatori morti travolti dalla valanga, il manager e l'aspirante guida alpina Chi erano le vittime

Sabato 17 Aprile 2021 di Camilla De Mori
Sciatori morti travolti dalla valanga, il manager e l'aspirante guida alpina Chi erano le vittime

UDINE - Sciatori morti travolti dalla valanga: chi erano le vittime della tragedia lungo le pendici dello Jôf Fuart, tra le Alpi Giulie. Era diventato da poco aspirante guida alpina, Carlo Picotti, 36 anni. di Cividale, dopo due anni di preparazione ed esami, fatica e sudore, affrontati a cuore aperto, per coronare il sogno di fare della sua passione per la montagna un lavoro. Era istruttore di sci alpinismo al Cai di Cividale Federico Deluisa, 42 anni, di Udine.

Due amici innamorati delle vette e della natura, ma anche prudenti ed esperti, come li descrivono tutti quelli che li hanno conosciuti. 


Sciatori morti: chi erano

«Erano molto attenti nel valutare le situazioni di rischio, ma purtroppo il rischio non si azzera mai», dice Michele Rodaro, che conosceva entrambi e che oggi non si dà pace, come gli altri amici travolti dal dolore. Come ricorda il presidente del collegio delle guide alpine Fvg Daniele Guagliardo, «Carlo si era abilitato come aspirante guida alpina il 2 aprile scorso. Subito dopo si era iscritto nel nostro collegio regionale», racconta. Un percorso durissimo, che aveva affrontato in nome di una passione incoercibile, testimoniata dalle tantissime foto di cime e scalate, neve e rifugi, sul suo profilo Instagram, dove campeggia anche la foto di gruppo del corso da aspirante guida.


Carlo Picotti

Il presidente delle guide lo aveva incontrato solo due giorni prima al Rifugio Gilberti, dove Picotti si trovava per un'escursione di scialpinismo: «Anche io ero lì per un giro. Abbiamo bevuto due birre assieme. Le ultime parole che mi ha detto sono state per ringraziarmi molto del fatto di averlo abilitato. Era molto entusiasta, non aspettava altro che di poter lavorare. Mi chiedeva informazioni sulla possibilità di lavoro in zona arancione. Aveva fatto tanta fatica per finire il percorso, che dura quasi due anni, ed era molto contento. Voleva fare la guida alpina per lavoro, come desiderano quasi tutti i ragazzi che entrano in questo mondo: voleva fare della sua passione il suo mestiere». Per arrivarci, si era sottoposto ad un percorso di formazione intenso, visto che l'iter per diventare aspirante guida alpina prevede prima una tranche estiva e una invernale di formazione e quindi un anno di oltre una dozzina di esami, che vanno tutti superati con successo. «Ancora non aveva potuto condurre nessuno come aspirante guida alpina. Era appena uscito dal corso». Ma era quello, il lavoro della sua vita. Dottore forestale, 36 anni (ne avrebbe compiuti 37 a maggio), Picotti nel frattempo si dava da fare in un negozio di articoli sportivi, il Kibuba di via Nazionale. Gli amici lo descrivono come «una persona fantastica e solare».


Federico Deluisa

Federico, di Udine, product manager alla Freud (gruppo Bosch), era spesso all'estero per lavoro. Gli amici lo descrivono come «una persona generosa e amante della natura, attento ai bisogni degli amici, in particolare ai meno fortunati. Semplice e genuino, competente e prudente in montagna». Era istruttore di sci alpinismo alla scuola di alpinismo e sci alpinismo del Cai di Cividale, come ricorda il responsabile Roberto Michelini: «Sia lui sia Carlo erano istruttori della mia scuola». Abile sciatore, Federico era anche molto bravo a cercare dei percorsi. «Un ragazzo bello e bravo», dicono gli amici, con la voce rotta. «Un figlio unico amatissimo». Ed era anche un uomo dal cuore grande, Federico, che metteva spesso il suo tempo a disposizione degli altri. E, ripetono gli amici, non era tipo da rischiare. Come ricorda Rodaro, «con Carlo si trovavano per fare le esperienze più impegnative. Ma erano molto preparati».

Ultimo aggiornamento: 11:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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