UDINE - Una società friulana che produce conglomerati cementizi e bituminosi ha stoccato e gestito in maniera illecita - poiché sprovvista di qualunque titolo autorizzativo - sin dal 2015 i rifiuti speciali derivanti dalla lavorazione delle miscele bituminose necessarie al ciclo produttivo dell’azienda. Lo hanno accertato i carabinieri del Noe di Udine.
I militari hanno constatato, all’interno di un’area di circa 1200 mq, la presenza di oltre 4000 metri cubi di rifiuti speciali derivanti dalla lavorazione delle miscele bituminose e addirittura di un tritovagliatore, il tutto a carattere abusivo poiché effettuato in assenza delle necessarie autorizzazioni.
Ulteriori approfondimenti hanno altresì consentito di rilevare anche la presenza e l’utilizzo di un impianto per la produzione di conglomerati cementati e bituminosi a freddo, alimentato da rifiuti (costituiti da miscele bituminose) - necessari per il ciclo produttivo - non ricompreso nell’autorizzazione ambientale (AUA) del sito produttivo. Il titolare della società è stato deferito in stato di libertà alla competente Procura della Repubblica presso il Tribunale di Udine. Sotto sequestro l’area di stoccaggio ed i rifiuti presenti, nonché l’impianto di trattamento dei rifiuti speciali - per un valore di circa 4 milioni euro - ed infine il mezzo d’opera necessario al trattamento dei rifiuti medesimi.
Ultimo aggiornamento: 15:40
© RIPRODUZIONE RISERVATA I militari hanno constatato, all’interno di un’area di circa 1200 mq, la presenza di oltre 4000 metri cubi di rifiuti speciali derivanti dalla lavorazione delle miscele bituminose e addirittura di un tritovagliatore, il tutto a carattere abusivo poiché effettuato in assenza delle necessarie autorizzazioni.
Ulteriori approfondimenti hanno altresì consentito di rilevare anche la presenza e l’utilizzo di un impianto per la produzione di conglomerati cementati e bituminosi a freddo, alimentato da rifiuti (costituiti da miscele bituminose) - necessari per il ciclo produttivo - non ricompreso nell’autorizzazione ambientale (AUA) del sito produttivo. Il titolare della società è stato deferito in stato di libertà alla competente Procura della Repubblica presso il Tribunale di Udine. Sotto sequestro l’area di stoccaggio ed i rifiuti presenti, nonché l’impianto di trattamento dei rifiuti speciali - per un valore di circa 4 milioni euro - ed infine il mezzo d’opera necessario al trattamento dei rifiuti medesimi.