Sci, l'apertura della stagione slitta ancora. Se ne riparla dopo metà gennaio

Mercoledì 30 Dicembre 2020 di Tiziano Gualtieri
Sciatori sulla neve a Forni di Sopra

 La neve è arrivata sulle montagne del Friuli Venezia Giulia, ed è pure abbondante, la data di riapertura degli impianti sciistici, invece, si allontana. A poco più di una settimana dal fatidico 7 gennaio, data che era stata segnata sul calendario come il primo giorno di attività degli impianti di risalita dopo il rinvio del 5 dicembre, la possibilità che ciò avvenga è sempre più remota.
Le osservazioni sollevate dal Comitato Tecnico Scientifico al protocollo presentato lo scorso 23 novembre dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, hanno contribuito a far diventare irrealistica la possibilità che il 7 gennaio possa partire la stagione dello sci alpino. Così se Valeria Ghezzi, presidente dell’Anef (Associazione nazionale esercenti funiviari) ritiene utopico riaprire in quella data ipotizzando che il via possa avvenire tra il 20 e il 30 gennaio, l’assessore regionale al turismo Sergio Emidio Bini è leggermente più “ottimista”.
LA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA
«Si sta già ragionando sul possibile posticipo, che potrebbe essere di una decina di giorni - spiega - ma la cosa fondamentale ora è che gli operatori turistici hanno bisogno di una data certa e di ristori significativi da parte del Governo».
Dare il via alla stagione a metà gennaio, infatti, significa aver in pratica perso buona parte degli incassi di un settore che, a questo punto, deve puntare solo a tamponare le perdite. La richiesta è che i ristori siano adeguati e calcolati in percentuale sul fatturato dello stesso periodo dell’anno scorso e non su aprile come avvenuto fino a ora. «C’è poi bisogno di date certe - continua Bini, firmatario di una nota inviata al Governo dagli assessori regionali dell’arco alpino con delega agli impianti sciistici - perché i tanti operatori legati al mondo della neve non possono certo improvvisare le loro eventuali ripartenze».
Se per gli impianti in senso stretto, infatti, basterebbero pochi giorni per entrare a regime, discorso diverso per tutte le attività che ruotano attorno agli sciatori.

Bini, come del resto il ministro dello sport Vincenzo Spadafora, sottolinea che a “comandare” è ovviamente lo stato pandemico e che quindi bisognerà attendere l’andamento del contagio nei prossimi giorni. Ma, ripete l’assessore, non va dimenticato che «la chiusura degli impianti sciistici rappresenta un danno economico importantissimo per la nostra montagna. Per questo ci attendiamo che il Governo si adoperi per un aiuto efficace con ristori veri e congrui».

 


SALTO NEL BUIO
Altro nodo da sciogliere riguarda l’incognita che, fosse confermata la data di metà gennaio, qualcuno potrebbe anche decidere di non riaprire. «Per questo serve una data. E serve in tempi stretti. Non è possibile che, come accaduto per l’ultimo Dpcm, la comunicazione della chiusura di ristoranti e bar è arrivata quando ormai già state sostenute spese importanti in vista delle festività. Se il 7 non si riapre, cerchiamo di non comunicarlo il giorno prima».
Intanto, dopo la “bocciatura” del protocollo da parte del Cts, le Regioni sono già al lavoro per le correzioni: «Abbiamo già pronta una proposta - assicura Bini - che sarà discussa in seno alla prossima conferenza Stato-Regioni e nella quale, di fatto, andiamo a recepire quelle che sono state le osservazioni che ha fatto il Cts su linee guida che noi avevamo approvato oltre un mese fa».
Tra le modifiche chieste, una su tutte: differenziare le regole tra zone gialle e zone arancioni. La speranza delle Regioni è che il protocollo “rivisto e corretto” abbia poi un «velocissimo responso da parte del Cts» per arrivare in tempi brevi all’approvazione definitiva del documento.
SETTIMANE PERSE
Nel frattempo, però, un altro mese è andato e, come si legge nella nota, «più tempo passa, più la data di apertura del 7 gennaio scritta nel Dpcm si trasforma in una colossale presa in giro. La sensazione è sempre la stessa, ovvero che a Roma poco importi della montagna e dello sci».

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