«Temiamo il Far West su una montagna non governata»

Domenica 13 Dicembre 2020
«Temiamo il Far West su una montagna non governata»
L'ATTESA
BELLUNO In attesa della vera riapertura, i comprensori bellunesi hanno iniziato ad rendere le piste disponibili agli atleti. Si tratta ovviamente di pochi tracciati, quelli omologati per allenamenti e competizioni, rigorosamente off limits per il grande pubblico. I semplici appassionati dovranno attendere il 7 gennaio, nuovi dpcm permettendo. «Grazie alle copiose nevicate di questi giorni riusciamo a dar seguito alle richieste della Fisi conferma Renzo Minella, presidente di Anef Veneto, l'associazione degli esercenti funiviari -. Nei vari comprensori bellunesi ci si è attrezzati per dare la possibilità a tutte le categorie di agonisti, dai baby ai master, di svolgere gli allenamenti. Il tutto seguendo i rigidi protocolli ideati da noi e dalla Fisi stessa: non è una cosa particolarmente complessa da mettere in atto perché si tratta di gestire gruppetti di 40 50 persone. È un impegno che tutte le aree sciistiche bellunesi vogliono onorare e non certo per una questione di ritorno economico. Anzi, lo si fa con spirito di collaborazione, per sostenere l'attività sciistica soprattutto dei ragazzi. Se dovessimo guardare i conti sarebbe subito palese che il bilancio è in rosso, che ci rimettiamo perché così non copriamo nemmeno le spese».
LINEE GUIDA
In attesa della grande apertura del 7 gennaio, gli impiantisti stanno ancora attendendo che il Comitato tecnico scientifico validi le linee guida da adottare per evitare aggregazioni di persone e, in genere, assembramenti nelle stazioni invernali. «Sarebbe importante che il protocollo validato arrivasse prima di Natale in modo da avere il tempo per analizzarlo e per organizzarci», dice Minella. In questo periodo interlocutorio, non mancano le preoccupazioni che riguardano il possibile assalto alla montagna da parte di tanti turisti attratti dal paesaggio innevato: «Temiamo il far west su una montagna non governata. Ciò potrebbe avvenire già questo weekend e soprattutto a Natale. In tanti si improvviseranno scialpinisti, ciaspolatori o escursionisti d'alta quota, magari causando incidenti e appesantendo ancor di più la macchina dei soccorsi e gli ospedali già allo stremo», dice Minella. I rischi sono correlati in particolare al pericolo di valanghe e al fatto che sulle piste si sta lavorando per avviare la stagione, con i mezzi in azione. Per questi motivi Dolomiti Superski il consorzio che raggruppa i principali comprensori delle Dolomiti, tra cui Cortina, Ski Civetta, Arabba, Marmolada, Falcade/San Pellegrino e Ski Area Colemico/Tre Cime» - ha diffuso sui suoi canali social un accorato appello ai turisti: «A causa delle abbondanti nevicate dei giorni scorsi, il pericolo di valanghe è particolarmente alto! Ricordiamo agli scialpinisti e agli escursionisti che tutti i comprensori sciistici del Dolomiti Superski sono chiusi fino al 6 gennaio 2021. Ciò significa che le piste da sci sono chiuse e quindi non percorribili. Sulle piste da sci sono in corso lavori di preparazione con i gatti delle nevi con verricelli e argani, che rappresentano un elevato rischio. Le aree sciistiche sono da considerare alla stessa stregua del territorio alpino incontaminato. Il soccorso alpino sconsiglia escursioni scialpinistiche in questi giorni, in cui il grado di pericolo è molto alto a causa dell'enorme quantità di neve fresca».
Andrea Ciprian
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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