Quarantene rafforzate a scuola, odissea certificati per i genitori

Giovedì 15 Aprile 2021 di Camilla De Mori
Un'aula scolastica

 UDINE Odissea certificati per i genitori finiti loro malgrado nel meccanismo delle “nuove” quarantene rafforzate disposte dopo la circolare della Regione sui casi di contagi a scuola. Il tema è sempre quello del tracciamento ad ostacoli (combinato disposto di alto numero di positività e tutt’altro che esorbitante numero di addetti) con cui i friulani stanno facendo i conti ormai da più di un anno. A complicare le cose, il fatto che, nei casi di «secondo livello» ritenuti più a rischio (in un quadro di alta incidenza di positivi e ampia circolazione di varianti) in quarantena debba finire non solo l’intera classe del bambino (o docente) infettato, ma anche almeno un genitore per alunno e i suoi fratelli con meno di 16 anni (nel caso non sia possibile isolarsi in casa, tutta la famiglia). Quindi, con una classe media di 20 alunni, potenzialmente, dai 20 ai 40 adulti che lavorano.
L’EPISODIO
Insegna il caso di Helena Bandera di Majano, finita in quarantena con due dei suoi quattro figli, dopo il caso di una maestra positiva in classe del suo bimbo di quarta elementare. «Le due grandi sono dai nonni e il mio compagno è andato a Grado». La notizia della quarantena è arrivata «domenica pomeriggio, quando mi è arrivata la mail della scuola, che ho girato al mio capo lunedì - racconta -. Quella nota, però, non può bastare come giustificativo. Una collega che era stata in quarantena a marzo mi ha spiegato che a lei il certificato del dipartimento è arrivato il 19 quando il periodo finiva il 22 e mi ha suggerito di farmi mettere in malattia dal mio medico. Ma la mia dottoressa è andata in pensione. Ho cominciato a chiamare la sostituta, che non rispondeva mai. Ho recuperato una mail, le ho scritto due volte e mi ha risposto che l’ambulatorio è chiuso e che lei rientra domani (oggi ndr) per un corso di aggiornamento. Al dipartimento ho trovato una gentilissima impiegata, che mi ha spiegato che sarà la scuola a darci i certificati che loro elaborano. Ho scritto al preside, che mi ha spiegato che sono in attesa di riceverli». Inevitabile lo sconforto di Helena, che fa l’operaia: «Ho la fortuna di lavorare in un’azienda che non dico che è una grande famiglia, ma ti vengono incontro, e ho dei buoni rapporti con il mio datore di lavoro, ma non tutti hanno la stessa fortuna. Se trovi quello fiscale, che succede? Alla fine, ho chiamato un altro medico che mi ha fatto un certificato di malattia datato 15 aprile. Ma io rimango scoperta dal 12 al 14, per cui mi serve il certificato del dipartimento. Il dirigente scolastico, cortesissimo, mi ha chiamato per dirmi che li aspettava stamattina (ieri ndr) e che non erano ancora arrivati. Un problema non solo per me ma anche per tanti altri genitori lavoratori. Dopo un anno ancora nessuno capisce quali siano le regole».
L’AZIENDA
Come assicurava giovedì pomeriggio Francesca Valent, dirigente della Soc Istituto di igiene ed epidemiologia clinica dell’Asufc «i certificati arriveranno domani mattina (oggi ndr) come già comunicato alla scuola, ma in ogni caso i tempi tecnici sono grosso modo questi. Da quando la scuola comunica la positività, parte l’indagine e lo scambio di informazioni tra dipartimento e scuola, quindi la scuola raccoglie i nominativi, li trasmette al dipartimento che deve preparare i certificati per tutti (magari più di una classe), firmarli e rimandarli. Non va tutto in automatico, purtroppo. Oltretutto il personale che deve fare queste operazioni è lo stesso che è impegnato nelle sedute vaccinali covid». Una iattura nel caso di quarantene rafforzate con tanti adulti coinvolti di colpo. 
«C’è solo da sperare che i casi scendano ancora (e le quarantene sono uno dei modi per far sì che succeda) così che non siano più necessarie misure così impattanti».

Si tratta di «normali quarantene. Non ci è praticamente mai capitato che le persone ne avessero bisogno all’istante. Sono provvedimenti di sanità pubblica che vengono comunque già comunicati alle famiglie nel momento in cui la scuola contatta il dipartimento. Per le assenze dal lavoro le persone si rivolgono o al medico di base, informato della quarantena, oppure usano i congedi Inps».

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