Malattie sessuali, boom nel bellunese di sifilide e gonorrea. I più colpiti? I maschi sui trent'anni

Sabato 16 Marzo 2024 di Daniela De Donà
Un laboratorio analisi

BELLUNO - Panoramica sullo stato di salute dei bellunesi. Tra mortalità, incidenza, fattori di rischio. Un profilo che è tutto dentro il "Bollettino epidemiologico delle Dolomiti" presentato ieri, 15 marzo, dal commissario dell'Ulss 1 Dolomiti, Giuseppe Dal Ben, dal direttore del Servizio igiene e sanità pubblica Sandro Cinquetti, dal primario di pneumologia Rodolfo Muzzolon, dall'infettivologa Daniela Piacentini e dalla microbiologa Eliana Modolo: un report che mostra come, tutto sommato, siamo messi bene, sia nei dati che nelle attività di prevenzione. Come quella che invita all'esame per vedere se si ha una malattia trasmessa da rapporti sessuali: sifilide, gonorrea, clamidia.

LA CONSAPEVOLEZZA
È la popolazione maschile per lo più - la media ha 30 anni - a farsi avanti nel reparto di Infettivologia dove sono allestiti due differenti ambulatori. Uno, su appuntamento, per un test di screening sulle patologie batteriche trattabili. Un altro dedicato all'Hiv con garanzia dell'anonimato (e relazioni che possono essere oscurate): «Attualmente per Hiv abbiamo in carico, perché le seguiamo nelle cure, 250 persone. Nel 2023 solo una nuova diagnosi», precisa Piacentini. Le infezioni genitali sono a volte asintomatiche: «Ma possono portare a complicanze anche dopo decenni». Sta di fatto che va letto come dato positivo quello registrato nel 2023: 71 persone sono state seguite per una malattie infettiva dovuta a trasmissione sessuale, si parla anche di sifilide e gonorrea. Nel 2018 erano 13, 7 nel 2019, 5 nel 2020, 15 nel 2021. Netto aumento perché, specialmente nei maschi, vi è maggior consapevolezza dei rischi. «Nella comunicazione sul servizio offerto dall'Ulss funge bene il passa parola», precisa ancora l'infettivologa.

Ma anche l'informazione, con incontri tra medici condotti da Eliana Modolo che, con il reparto di microbiologia, fa da centro di collegamento, occupandosi, per esempio, di infezioni batteriche e respiratorie e di virologia delle epatiti e dei campioni respiratori.

IL PERICOLO
È Rodolfo Muzzolon a parlare della diagnosi, non sempre facile, in alcune malattie respiratorie («con sintomi a-specifici, come tosse e febbre, difficoltà nel respiro»). C'è la malattia pneumococcica invasiva, c'è la legionellosi, 19 casi nel 2023 («Ci si ammala per inalazione, dove vi è ristagno di umidità»), c'è la tubercolosi polmonare. «Qui abbiamo 20 casi all'anno di tubercolosi, spesso immigrati che arrivano da Paesi ad alta endemia spiega Muzzolon - un malato può contagiare pure molte altre persone. Alcuni casi mostrano una evoluzione grave: anziani già con altre patologie».

LO SPIRAGLIO
Un dato è confortante: rispetto ad anni fa nell'Ulss 1 si muore di meno a causa del tumore. «Un calo collegabile al fatto che molti hanno smesso di fumare e si fa più attività fisica», ha sintetizzato Cinguetti. I grandi "killer" (per incidenza, non per mortalità) riguardano, per gli uomini, la prostata (166 nuovi casi per anno, 22.9%) per le donne la mammella (213 casi -33.1%). Seguono, per entrambi i generi, colon retto ed ano (75 casi e 10.4% nell'uomo, 56 casi nella donna, 8.7%). A proposito di melanoma della pelle: 37 casi di uomini e 46 di donne: «Era un dato più basso vent'anni fa. E si vede come alle donne piaccia di più stare a prendere il sole».

COVID
Cinquetti, nell'analisi dei grafici, mostra come Belluno fosse partita, in base ai dati 2000-2003, con numeri alti a proposito di mortalità riferibile a tutte le cause. Ha gradatamente guadagnato e nel triennio Covid l'Ulss 1 è rientrata nella media veneta. A proposito di Covid Cinguetti conferma: «Non abbiamo ora nessun caso». Da inizio epidemia, con i picchi negli inverno 2020 e 2021, l'Unità di crisi covid dell'Ulss 1 ha seguito 93mila episodi di positività, con 950 decessi: una letalità dell'1%. Riguardo alla mortalità in epoca Covid colpisce il fatto che i decessi in provincia di Belluno (per tutte le cause) differiscano in modo netto rispetto alla media del Veneto: tra 2017 e 2019 i morti nell'Ulss 1 ammontavano a 7637, tra 2020 e 2022 sono passati a 8242 con un incremento, quindi, del 8% a fronte dell'incremento del 13% nel Veneto. «Il nostro sistema a tenuto» è il commento di Cinquetti.

CUORE E POLMONI
A farla da padrone nel portare al decesso sono le malattie del sistema circolatorio, tumori, malattie del sistema respiratorio. Ma anche problemi psichici e comportamentali. Un'ultima considerazione è portata da Sandro Cinguetti, partendo dai dati del bollettino 2023 riguardante i casi di malattie infettive: sono ricomparse salmonellosi (41 casi registrati), scarlattina (131 casi), scabbia (98 casi). Su questa iniziativa del "Bollettino", si complimenta il commissario Dal Ben: «Ne prendo atto e ne chiedo continuità, è utile avere il profilo sulla salute della comunità bellunese».
 

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