Progetto Lince, anche Karlo ora a Tarvisio è libero nella foresta

Il suo nome in onore di un guardiacaccia. È il quinto esemplare liberato nell’area

Mercoledì 14 Giugno 2023 di Tiziano Gualtieri
Progetto Lince, anche Karlo ora a Tarvisio è libero nella foresta

TARVISIO - Per chi vive in montagna uno degli incontri più affascinanti da poter fare è quello di imbattersi in una lince. Un mammifero selvatico molto schivo e difficile da trovare anche perché in gran parte d’Europa si era praticamente estinto. Basti pensare che nell’interno arco alpino si stima siano circa 200 gli esemplari ancora esistenti.

Di questi solo una decina frequenta i versanti italiani diversi dei quali si trovano in uno stato di conservazione definito dagli esperti “cattivo” a tal punto da richiedere un progetto mirato a rinforzare non solo numericamente la loro presenza, ma anche geneticamente a causa della perdita del tatto di fertilità. Domenica si è festeggiata la giornata internazionale della lince, istituita nel 2018, e quale miglior modo per celebrare questa importante giornata se non approfittare della ricorrenza per liberare Karlo quinto e ultimo esemplare di lince che da ieri, a completamento di ULyCA2 (Urgent Lynx Conservation Action) progetto per il ritorno delle linci nelle Alpi Giulie italiane, ora è libero di muoversi all’interno della Foresta di Tarvisio. Karlo è stato catturato lo scorso 22 ottobre sui monti Dinarici in Croazia dopo aver perso la madre cosa che difficilmente gli avrebbe permesso di sopravvivere anche perché si avvicinava spesso alle abitazioni in cerca di cibo. Dopo un periodo di riabilitazione presso lo zoo di Bojnice in Slovacchia, è stato dunque liberato in natura in una zona remota a circa una trentina di chilometri di distanza dall’area delle Alpi Giulie slovene dove, negli anni scorsi, erano già state traslocate altre linci. Karlo, che deve il suo nome in onore di un guardiacaccia, è il quinto esemplare di lince reintrodotto nel Tarvisiano nel corso degli ultimi tre mesi.


Le altre linci: da Margy e Sofia a Jago e Talia


Le prime due - originarie del cantone del Giura, in Svizzera - sono state Margy, rilasciata il 9 marzo, e Sofia, liberata il 16 marzo. Due mesi dopo è stata la volta di Jago e Talia, entrambi provenienti dai Carpazi. Tutte le linci, trasferite solo dopo accurati controlli sanitari così da evitare anche eventuali traslocazione di soggetti imparentati, sono dotate di radiocollare GPS così da poter essere costantemente monitorate dal gruppo di ricerca: Margy e Sofia si trovano ora in Carinzia, la prima sui monti del Nockberge mentre la seconda a nord di Villaco. Jago e Talia, invece, stanno ancora esplorando le Alpi Giulie alla ricerca del loro habitat. Gli esperti considerano quella di ieri una giornata storica, non solo perché si completa così un programma di rafforzamento della popolazione italiana della lince iniziato più di due anni fa, ma perché segna un ulteriore passo verso la creazione di una cosiddetta “stepping stone”, un nucleo di appoggio che consenta il possibile ricongiungimento della popolazione alpina con quella dinarica. Da diversi anni, per garantire misure di rinforzo e conservazione della specie, è attivo il programma europeo “LIFE Lynx” iniziativa volta alla salvaguardia e alla lotta contro l’estinzione della lince eurasiatica nei monti Dinarici e nelle Alpi sudorientali e che prevede nella nostra regione un’attività di reintroduzione della lince. Il progetto ULyCA, nato nel 2013, aveva portato al rilascio nella Foresta di Tarvisio di due linci provenienti dalla vicina Svizzera. È stato poi riattivato nel 2022 e gestito dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità in stretta sintonia con la Regione FVG, con il supporto del “Progetto Lince Italia”, dell’Università di Torino, con il sostegno di WWF e delle associazioni venatorie e sotto il coordinamento tecnico scientifico di Paolo Molinari. 

Ultimo aggiornamento: 08:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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