Tarcento. Il Vecchio Venerando sentenzia: «Il 2024 sarà il miglior anno da molto tempo a questa parte»

Domenica 7 Gennaio 2024 di Redazione Udine
Tarcento. Il Vecchio Venerando sentenzia: «Il 2024 sarà il miglior anno da molto tempo a questa parte»

TARCENTO - «Sarà un anno migliore, il migliore dopo molti anni, soprattutto rispetto al 2023». Parola del Vecchio Venerando, al secolo Giordano Marsiglio, che ieri sera dall’altura di Coja di Tarcento ha “letto” come da tradizione l’andamento del fumo sprigionatosi dal Pignarûl grant. 
«Va verso est, nord-est – ha spiegato fornendo l’atteso vaticinio - sarà un 2024 positivo, è il migliore da quando interpreto questo ruolo, uno dei più positivi di sempre. Dovrebbe portare bene, di sicuro meglio dello scorso anno». Il responso è stato espresso scrutando le scintille e le ceneri salite in cielo nonostante la pioggia. 
«Rincuoratevi – ha annunciato l’anziano saggio -. Ricordatevi che abbiamo delle guerre in atto; dobbiamo darci una mano e aiutarci per trovare la via d’uscita».

E poi ancora: «Abbiamo bisogno di pace e solidarietà. I governi non dovrebbero essere guidati da queste teste calde. Ottimista? Sì, è il più positivo da quando ricopro questo ruolo». Un migliaio i partecipanti che, prima dell’accensione del fuoco, hanno preso parte alla lunga fiaccolata che ha illuminato la collina. Tra i presenti il ministro per i rapporti col Parlamento, Luca Ciriani: «Mi affido alle sue parole e alle sue previsioni, che sono ottimistiche e che faccio mie, con l’augurio appunto che sia un anno di pace e serenità. Al di là delle previsioni mi preme comunque ricordare che è davvero bello essere qui, per una tradizione antichissima che rende onore al nostro Friul». Accanto a lui il sindaco di Tarcento, Mauro Steccati, comunque soddisfatto per essere riuscito a portare avanti la giornata nonostante il maltempo, il presidente della Pro Loco Tarcento Nazareno Orsini e il capogruppo degli Alpini di Coja, Antonio Toffoletti. 


A CIVIDALE
È stato invece il diacono Assosolm Dominique Mandjami (originario del Togo) con in testa l’elmo piumato, a impugnare la spada con la destra vibrando tre colpi in aria in segno di saluto e sorretto l’evangeliario, codice del XV secolo, appoggiato al petto con la sinistra, nella messa solenne “dello Spadone” di Cividale del Friuli. La cerimonia, che si ripete da almeno 658 anni, prevede che il sacerdote celebrante saluti i fedeli e le autorità impugnando con la mano destra la spada e con la sinistra l’Evangeliario, simboli del potere temporale e spirituale degli antichi Patriarchi di Aquileia. Una gestualità che si rifà ai riti liturgici dell’antica chiesa aquileiese del dodicesimo secolo e alle forme politico-civili del Sacro Romano Impero. Nella sua omelia l’arciprete Monsignor Livio Carlino ha invitato a coltivare la speranza per risolvere le angosciose e tristi realtà del mondo, facendo risuonare il profondo silenzio che invita a scoprire segni di conforto. Ad accompagnare la liturgia, con l’epistola cantata dal suddiacono in antica melodia aquileiense, è stato il coro “Antonio Foraboschi”. Accolto dal sindaco cividalese Daniela Bernardi, presente in rappresentanza della regione il vicegovernatore Mario Anzil assieme al presidente del consiglio regionale Mauro Bordin. La tradizionale Rievocazione storica in costume, che si sarebbe dovuta tenere subito dopo la cerimonia religiosa, a ricordo dell’entrata in città del Patriarca Marquardo di Randeck nel 1366, è stata invece annullata a causa del maltempo. I volontari della Protezione civile regionale hanno garantito l’assistenza per tutti gli altri eventi collaterali previsti per la giornata. 


A GEMONA
A Gemona del Friuli tradizione rispettata seppur non completamente. Come ogni 6 gennaio nel Duomo di Santa Maria Assunta, si è svolta la tradizionale Messa del Tallero, che rinnova una tradizione plurisecolare. Al suono delle trombe il sindaco Roberto Revelant accompagnato dai nobili e corte ha fatto il suo ingresso in chiersa. Annullato invece a causa del maltempo il tradizionale corteo storico che dal municipio portava in duomo e della corte. Durante la cerimonia il primo cittadino ha donato il tallero d’argento - la moneta coniata durante il regno di Maria Teresa D’Austria - alla Chiesa, come simbolo di concordia e collaborazione tra i poteri temporale e spirituale. Di intelligenza artificiale, pace, amore e fratellanza ha parlato durante l’omelia Mons. Valentino Costante. In rappresentanza del consiglio comunale la sindaca junior Delia Maria Rampino, mentre fuori dal Duomo, come ogni anno, i comitati locali che si battono per la difesa dell’ospedale di Gemona e il ripristino di alcuni dei suoi servizi soppressi o limitati nel corso degli ultimi anni. In rappresentanza della regione l’assessore alle finanze, la gemonese Barbara Zilli.

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