Nives e Romano, la coppia più alta
del mondo: gli 8mila per 13 volte

Giovedì 12 Maggio 2016 di Tiziano Gualtieri
Nives e Romano
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TARVISIO - Un ritorno in grande stile come sempre lontano dal clamore e dalla luce dei riflettori.
È quello di Nives Meroi e di suo marito Romano Benet, la coppia più alta del mondo, che ieri mattina in Nepal sono riusciti a domare il Makalu, il loro tredicesimo Ottomila. I due alpinisti tarvisiani, che nell'inverno 2007-2008 erano stati costretti ad abbandonare per il maltempo e nella discesa Nives si era fratturata una gamba, sono partiti all'alba da campo 4 (a circa 7650 metri) arrivando in vetta - con la loro filosofia fatta di puro stile alpino senza sherpa, bombole e corde fisse nell'ultimo tratto - alle 10 ora locale sfruttando le favorevoli condizioni meteorologiche. Come otto anni fa, infatti, le cose non sono state facilissime a causa del forte vento che spazzava gli 8462 metri della quinta montagna più alta del mondo. Ora alla coppia di alpinisti 54enni manca solo l'Annapurna (8091 metri) per concludere l'ascesa dei quattordici colossi della Terra.
Pochi giorni fa, in sordina, Nives e Romano erano giunti in Nepal incontrando al campo base, tra gli altri, Marco Confortola, Marco Camandona e lo spagnolo Ferran Latorre che aveva omaggiato gli alpinisti friulani scrivendo sul proprio sito: «L'immagine che mi sono fatto di loro è la più emozionante che abbia mai ricevuto nella mia vita. Un vero e proprio esempio da seguire».
A rendere ancora più memorabile questo successo, il fatto che dal 2009 al 2011 la loro «carriera» himalayana aveva subito una brusca interruzione a causa di una grave malattia che aveva colpito Romano e che aveva messo a rischio le loro scalate. E invece, con la grande pazienza che può avere solo chi da del tu alle montagne, la coppia era riuscita - anche in questo caso in gran silenzio - a vincere questa sfida e per festeggiare, il 17 maggio 2014, si era "regalata" gli 8586 metri del Kangchenjunga.
Ora, come detto, manca solo l'Annapurna che già per ben due volte ha respinto il loro tentativi. Una prima volta nel 2006 quando - insieme a Luca Vuerich, altro forte alpinista tarvisiano morto il 22 gennaio 2010 travolto da una valanga di ghiaccio nei pressi di Kranjska Gora - Nives e Romano furono costretti a rinunciare dopo essere stati sfiorati, a circa 7000 metri di quota, da un grande seracco: «Lo abbiamo visto staccarsi e un attimo dopo era sopra le nostre teste. Ci è andata bene una volta, non vogliamo rischiare», aveva raccontato la stessa Nives. La seconda volta nel 2009, in quel caso a farli desistere furono le condizioni proibitive della neve. Ieri sul Makalu è invece andato tutto bene e in queste ore Nives e Romano faranno ritorno a valle dove inizieranno a pensare alla vetta dell'Annapurna. Stringere nuovamente i cinghietti degli zaini per raggiungere la cima del loro ultimo Ottomila, però, non sarà una gara: sette anni fa, infatti, Nives si è tolta dalla sfida che la vedeva in corsa per essere la prima donna a scalare tutti i giganti della Terra. «L'alpinismo di oggi perde le caratteristiche del gioco come lo intendiamo noi -aveva dichiarato in quella occasione- ovvero esplorazione di sè stessi in contesti diversi. Il fatto che l'alpinismo himalayano femminile sia diventato una corsa che ha come unico obiettivo il risultato mi ha fatto decidere di non giocare più».
Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 08:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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