Migranti, braccio di ferro tra Lega e Fdi per i militari al confine. Il Carroccio non molla: «Si va dal ministro»

Il segretario regionale accelera il passo e confida sui buoni rapporti nazionali

Domenica 15 Ottobre 2023 di Loris Del Frate
Migranti, braccio di ferro tra Lega e Fdi per i militari al confine. Il Carroccio non molla: «Si va dal ministro»

Ancora migranti e ancora spallate, seppur nel silenzio dell'ufficialità, tra Lega e Fratelli d'Italia. Non è per nulla piaciuta al Carroccio l'entrata a gamba tesa sul fatto che il ministro della Difesa, Guido Crosetto, non avrebbe mai avuto un appuntamento con il segretario regionale Marco Dreosto per discutere sull'invio dei militari sul confine friulano per cercare di arginare l'arrivo, oramai continuo dei migranti dalle porte della rotta balcanica. Non a caso è stata subito studiata una controffensiva per sminare il terreno ed evitare eventuali trappole future. Resta il fatto - spiegano dal Carroccio regionale che non solo tra Dreosto e il ministro Crosetto c'era stato un feedback forte e chiaro, ma ci sarebbe stata pure una data in cui discutere della questione a pranzo. Insomma, data certa e persino il ristorante. Un tanto - fanno sapere dal carroccio - per mettere i puntini sulle "i" e chiarire come stanno esattamente le cose. Non a caso sempre la Lega chiede l'invio dell'esercito già da tempo, più di un mese, ma a quanto pare dall'altra parte ancora non ci sono state risposte.


ALLEATI
Sempre ieri ci sarebbero state anche una serie di telefonate per avere chiarimenti sull'atteggiamento che starebbe portando avanti Fratelli d'Italia che - pur senza minare il percorso dell'esecutivo di Massimiliano Fedriga, avrebbe assunto un atteggiamento piuttosto distaccato su alcuni argomenti.

A cominciare appunto dai migranti. Siamo alleati - avrebbero detto ieri in casa Lega - quindi non capiamo certi modi di fare. L'avversario politico va cercato fuori dalla nostra coalizione, non certo all'interno se vogliamo effettivamente dare risposte alle necessità delle persone e ai bisogni che stanno emergendo giorno dopo giorno. Tutti messaggi lanciati ai cugini di Fratelli d'Italia.


I PROSSIMI PASSI
Resta il fatto che in casa Lega Fvg non ci sarebbe alcun interesse di proseguire con questo braccio di ferro seminascosto con gli alleati e quindi i leghisti andranno avanti per la loro strada, confidando nel fatto che a livello nazionale l'alleanza è salda, nessuno fa sgambetti a nessuno e la direzione è uguale per tutti. Una indicazione che la Lega vorrebbe venisse attuata anche in Regione dove, invece, ci sarebbe qualche mal di pancia. Il perchè è risaputo. I meloniani avrebbero più volte fatto presente alla lega che rispetto alla scorsa legislatura regionale i rapporti di forza sono modificati. Fdi non ha più due consiglieri regionali, ma ne ha otto, e in maggioranza vale un terzo esattamente come il gruppo della Lega e la squadra del Presidente Fedriga. Ci sarebbero stati, però, alcuni episodi in cui Fdi su decisioni che rappresentano le strategie future della regione, ma anche su altri passaggi, come quello legato ai migranti, sarebbero rimasti fuori dalla porta. Cosa che non hanno gradito.


IL CHIARIMENTO
È anche vero, però, che un chiarimento seduti ad un tavolo, almeno nel senso classico della parola, non ci sarebbe mai stato. Da quanto risulta, infatti, ci sarebbero stati alcuni faccia a faccia ma sempre parziali, quasi mai con la presenza dell'intera maggioranza. Mezze parole, insomma, discorsi mai chiari e sviscerati sino in fondo. C'è anche da dire, in ogni caso, che l'esecutivo sta andando avanti come un treno, affronta i problemi e in consiglio, sino ad ora, ha sempre trovato i gruppi compatti e pronti a rispondere senza tentennamenti. Sotto la cenere, però, ardono alcune braci che vanno dalla primogenitura di alcune soluzioni che sono state trovate e che avrebbero indispettito Fdi quasi esclusa in quel caso e il poco coinvolgimento delle segreterie politiche su scelte strategiche che il presidente e il suo esecutivo avrebbero preso senza coinvolgere i partiti. Fdi molto probabilmente si aspettava che la stessa Lega sollevasse il problema con il suo presidente, ma così non è stato. Da qui i mal di pancia.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci