Quando c’erano le paludi: gita alla scoperta dell'idrovora centenaria

Sabato 9 Dicembre 2017 di Paola Treppo
Quando c’erano le paludi: gita alla scoperta dell'idrovora centenaria
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​PALAZZOLO DELLO STELLA (Udine) - Quando c’erano le paludi: gita alla scoperta dell'idrovora centenaria domani, domenica 10 dicembre, a Palazzolo dello Stella, dove si celebra il 90° anniversario della bonifica dei territori della zona detta Fraida. Negli anni Venti dello scorso secolo la Bonifica Fraida risulta essere la prima grande opera di “redenzione”, come si diceva allora, di 1300 ettari di palude, nei comuni di Palazzolo e Marano Lagunare.

Qualche anno dopo, tutta la Bassa friulana, dal Tagliamento al Corno e poi ancora verso il Torre, fu interessata dalle grandi opere di sanificazione di terreni malsani, colpiti soprattutto dall'infestazione malarica e riportati alla coltivazione agricola. Le bonifiche diedero lavoro a centinaia e centinaia di persone. Le aziende agricole chiamarono nuovi coloni a coltivare le nuove terre. Palazzolo, nel giro di pochi anni, ebbe un aumento considerevole di abitanti. Il risultato delle bonifiche diede successivamente a Lignano la possibilità di sviluppare l'attività balneare.

Il programma
Il programma prevede, a partire dalle 10.30, gli interventi delle autorità in sala Biasutti a Palazzolo, la presentazione del libro "Cronache di bonifiche, zanzare, bagni di Lignano, porti militari e ferrovie”, le visite guidate agli impianti idrovori del Consorzio e all'Isola Biologica della Tenuta Marianis.

La storia dell'idrovora
L’idovora fu realizzata tra il 1925 e il 1926 dal Consorzio per la Bonifica della Fraida, istituito nel 1923. La Fraida era una zona paludosa confinante con la laguna, a sud di Palazzolo dello Stella, già rientrante nell’elenco stilato dal Testo unico delle leggi sulla bonifica del 1900 come “Bonificazioni di prima categoria da intraprendersi”. Viene costruita a valle del bacino di arrivo dove confluisce il canale Fraida, il mandracchio di uscita è sul fiume Stella, posto a sud.

Era dotata di 2 pompe centrifughe ad asse orizzontale da 1600 litri al secondo ciascuna, alimentate da 2 motori elettrici da 70 Hp e uno diesel da 80 Hp.

Il fabbricato, a pianta rettangolare e copertura piana, era disposto su due livelli, con la parte est più elevata per ospitare la cabina di trasformazione. Le facciate nord e sud erano ripartite da lesene, in corrispondenza cinque finestre a tutto sesto inserite in arcate cieche a tutta altezza. L'idrovora è ancora funzionante. 

Ultimo aggiornamento: 15:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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