Frana sul passo: «Venuti giù 50mila metri cubi di roccia. Catastrofe che ci riporta al 2018 e a Vaia»

Martedì 5 Dicembre 2023
Frana sul passo: «Venuti giù 50mila metri cubi di roccia. Catastrofe che ci riporta al 2018 e a Vaia»

Sono ben 50.000 i metri cubi di materiale staccatisi nella nottata di venerdì dal Pal Piccolo, sulla strada di Passo di Monte Croce Carnico, con una profondità di distacco di una ventina di metri. Queste le prime stime della frana che ha interessato l’arteria che collega la Carnia alla Valle del Gail, in Carinzia. «Una stima molto approssimativa - ha spiegato ieri il vicesindaco reggente di Paluzza, Luca Scrignaro - frutto dei rilievi effettuati con alcuni droni dopo la nevicata». Ieri mattina l’Anas – che ha competenza sulla strada statale 52 “bis”, ha iniziato i lavori di pulizia delle carreggiate, «ma la zona dello smottamento non è ancora stata raggiunta e, considerato il periodo invernale, per avere dati certi dovremo probabilmente attendere la prossima primavera», ha aggiunto l’amministratore locale.

Il distacco del costone, di grandi dimensioni, è avvenuto in quota e a distanza della sede stradale, rendendo necessaria la chiusura al transito della statale dal km 26.500 al km 32.900, ovvero dopo l’abitato di Timau, ultimo paese prima del valico. 


STRADA DANNEGGIATA
La rilevante quantità di roccia e materiale franato ha fortemente danneggiato la sede stradale in più punti, interessando anche le gallerie presenti lungo i tornanti «per cui si rendono essenziali l’esecuzione di importanti lavori di messa in sicurezza e ripristino, che potranno essere avviati al termine delle attività di messa in sicurezza di tutto il versante interessato dal distacco», hanno fatto sapere dalla società stradale. «Il personale Anas è al lavoro, senza sosta, da sabato mattina, in piena sinergia con la Regione Friuli Venezia Giulia, al fine di intervenire, in base alle rispettive competenze, alla programmazione ed esecuzione dei necessari interventi di messa in sicurezza e ripristino delle condizioni di transitabilità dell’arteria stradale». Al contempo – è stato spiegato - grazie anche all’ausilio dei droni, si sta procedendo all’ispezione approfondita di tutto il versante e sono state attivate le procedure di somma urgenza, per contrarre quanto più possibile le tempistiche e presidiare il tratto stradale e il versante, monitorando l’eventuale distacco di nuovo materiale». Oltre all’emergenza ambientale ci sono anche le ripercussioni economiche. I lavoratori transfrontalieri che utilizzano solitamente l’arteria sono rimasti poche decine, dopo la chiusura dello stabilimento ex Eco-Luvata di Kötschach-Mauthen (con conseguente trasferimento ad Amaro della quarantina di carnici che si recava oltre confine per lavoro), ma sicuramente i flussi turistici verranno quasi azzerati con la chiusura dell’arteria. «La frana che ha colpito Passo Monte Croce Carnico è una ferita alla montagna, uno degli eventi ambientali più disastrosi degli ultimi anni, una catastrofe che ci ha riportati al 2018, quando il territorio montano fu piegato dalla tempesta Vaia. L’auspicio ora è che la politica e le istituzioni vadano oltre soluzioni improvvisate e lavorino congiuntamente per una soluzione alle frane e alla messa in sicurezza del collegamento transfrontaliero», ha aggiunto il consigliere regionale Massimo Mentil (Pd), sindaco fino alla scorsa primavera di Paluzza, chiedendo poi l’istituzione di una commissione ad hoc per affrontare e risolvere la problematica. 
«I 50mila metri cubi di materiale franoso e i 20 metri di profondità di distacco della parete di arrampicata rappresentano uno dei dissesti idrogeologici più gravi degli ultimi tempi – ha aggiunto -. Il fatto che non ci siano state vittime è l’unica consolazione, per il resto possiamo pensare a una ribellione della natura, davanti alla quale serve un serio ragionamento. È necessario fare sistema tra tutti gli enti coinvolti, da una parte all’altra della frontiera. Quel collegamento tra i due Paesi va garantito in maniera sicura, da esso dipende una parte del turismo transfrontaliero e l’economia della valle del But. Nell’ambito della legge di Stabilità proporremo degli interventi, ma ora – conclude Mentil – non è il momento di selfie o dichiarazioni improvvide con ipotesi di celeri riaperture irreali, serve una conta dei danni e poi un lavoro congiunto». 


ALTERNATIVE
La frana ha riacceso anche il dibattito sulle alternative alla 52bis carnica per raggiungere l’Austria da Paluzza. Tunnel e variante le ipotesi di cui si parla da tempo. Sulla variante c’era giù un progetto di fattibilità, come ha ricordato Matteo De Cecco, dottore forestale, che ha contribuito alla stesura del progetto stesso assieme all’ingegnere Giovanni Puntel. Nel frattempo i percorsi alternativi possibili in direzione dell’Austria sono il Passo di Pramollo, transitando sulla provinciale 110 in direzione Nassfeld (seppure con limitazioni per i mezzi pesanti), o attraverso Tarvisio e il valico di Coccau, transitando per la statale 13 o l’autostrada A23 o ancora la SR 355 della Val Degano fino a Sappada, quindi la SS 52 Carnica nel tratto veneto del Comelico e fino a San Candido in Alto Adige, quindi il confine di Prato alla Drava con Sillan.

Ultimo aggiornamento: 07:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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