UDINE - Una spesa farmaceutica tra alti e bassi, una nuova frontiera del risparmio e l'avvio dei monoclonali. È la sanità del Fvg alle prese con il Covid.
FARMACI
Quasi mezzo milione di ricette in meno. Complice forse il lockdown e il ricorso a medici e ricette solo se strettamente necessario, i foglietti staccati dai camici bianchi hanno visto una riduzione significativa nel 2020 (tra gennaio e novembre) rispetto allo stesso periodo del 2019, ovvero quasi l'interno anno, passando da 8.252.962 a 7.769.437, con una differenza del 5,9%. Nonostante le farmacie, quali servizi essenziali, siano sempre rimasta aperte, più di qualcuno ha rinunciato all'acquisto di farmaci a meno che non fosse strettamente necessario o, in certi casi, anche per difficoltà economiche. In calo anche il consumo di farmaci di fascia A (in termini di dosi) giornaliere, farmaci essenziali, nonché quelli usati per le malattie croniche che registrano un decremento di quasi 2,2 milioni di dosi, invertendo il trend dei primi mesi dell'anno.
OSPEDALI
Dall'altra parte risale la spesa farmaceutica ospedaliera (al netto dei gas medicinali), la spina nel fianco di tutti i bilanci regionali che sforano tutti dal tetto massimo prestabilito. In questo caso il trend s'inverte, ma in negativo. Mentre nel primo quadrimestre del 2020 la spesa era più contenuta in confronto ai primi quattro mesi dell'anno precedente, si è arrivati a fine anno con uno sforamento significativo. La spesa ospedaliera che dovrebbe rispettare un tetto massimo del 6,69% del fabbisogno sanitario, arriva in Fvg al 10,69% portando la regione al terzo posto in Italia per spesa eccessiva. La regione avrebbe dovuto spendere circa 148milioni di euro, invece ne ha spesi oltre 236 che, in termini assoluti, vedono uno scostamento di oltre 88,5 milioni. Un risparmio sull'uso di alcuni farmaci si può realizzare. Lo si fa con l'acquisto dei biosimilari, farmaci biologici simile per caratteristiche a un farmaco originario brevettato in precedenza. Un esempio. L'adalimumab viene utilizzato per alleviare i sintomi di alcune malattie autoimmuni come l'artrite reumatoide, la malattia di Crohn e la colite ulcerosa. In Fvg oltre il 60% del consumo di questo farmaco riguarda il biosimilare. Mentre il farmaco di riferimento costa 547 euro a confezione, il biosimilare si ferma a 293 euro. Per il Fvg, la stima del potenziale risparmio tra gennaio e settembre 2020 è stata di oltre 1,3 milioni.