Un anno fa la scomparsa di Giulio Regeni. Più di 1.500 alla fiaccolata silenziosa

Mercoledì 25 Gennaio 2017
La fiaccolata a Fiumicello
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FIUMICELLO - Alle 19.41 la folla di centinaia di persone accorse per ricordare Giulio Regeni in Piazzale dei Tigli, davanti al municipio di Fiumicello, ha levato al cielo le candele che erano state precedentemente distribuite. «Sogna, ragazzo, sogna» di Roberto Vecchioni, che a lungo questa sera è stata diffusa dagli altoparlanti, si è interrotta, e il sindaco del paese, Ennio Scridel, ha tenuto un breve discorso in cui ha ricordato la figura del giovane, e citando "La ginestra" di Giacomo Leopardi ha detto che «adesso tocca all'Egitto» accertare la verità sulla tragedia del ricercatore friulano. Subito dopo, allo scoccare delle 19.41, ha chiesto di accendere le candele e a levarle in alto. Dopo un minuto di silenzio, il sindaco ha invitato la folla a seguire le testimonianze nel centro ricreativo "Giulio Regeni". Tra i presenti numerosi sindaci e l'assistente per l'Egitto della famiglia Regeni, Ahmed Abdallah: «Sono in pericolo, ma non ho paura» ha detto. Nei prossimi giorni comunque Abdallah tornerà in Egitto. Oltre 1.500 persone hanno preso parte alla manifestazione secondo gli organizzatori. «Siamo qui per ringraziarvi per il sostegno che ci avete dato e che continuate a darci».

Così si sono espressi stasera Claudio e Paola Regeni, i genitori di Giulio, salutando la folla dal palco del Centro ricreativo. «Quando siamo tornati quella triste sera da Il Cairo sapevamo che c'era già stata una fiaccolata qui. Questo ci ha sostenuto», ha detto Claudio.​

I GENITORI: GIULIO E' DIVENTATO UN SIMBOLO
«Quanto è emerso nel tempo, grazie alla biografia di Giulio, è la sua forza e disponibilità verso gli altri. La sua incessante ricerca di dialogo e confronto, con se stesso e con gli altri. La sua competenza e onestà». Lo affermano all'unisono i genitori a un anno dalla scomparsa del giovane ricercatore friulano torturato e ucciso al Cairo. «Noi non ci siamo mai sottratti a nulla, pur di ottenere la verità e dunque giustizia. Sappiamo essere pazienti ma siamo inarrestabili; è stato necessario, doveroso, importante e fruttuoso il richiamo dell'ambasciatore dall'Egitto». In ogni caso - proseguono - «abbiamo visto proprio tutto il male del mondo che continua a svelarsi pian piano».

«Giulio continua a fare cose: la sua storia e la sua biografia parlano da sole e continuano a fare cose»: lo hanno detto i genitori rispondendo alle domande di Bianca Berlinguer a "Carta bianca" su RaiTre, in collegamento da uno studio allestito vicino al municipio di Fiumicello. «Giulio non sarà dimenticato tanto facilmente, soprattutto in Egitto dove è diventato un simbolo, ma anche in Italia se abbiamo ancora e avremo in futuro il sostegno che abbiamo avuto finora», hanno concluso i genitori auspicando di arrivare «a scoprire chi e perché ha ucciso Giulio».
 
 


LE MANIFESTAZIONI
Paola e Claudio Regeni sono a Fiumicello dove hanno partecipato alla fiaccolata silenziosa alle 19.41, l'ora esatta dell'ultimo messaggio di Giulio, un anno fa. Iniziative analoghe sono state organizzate da Amnesty International in diverse città italiane, da Padova fino a Roma e anche a Trieste.

Trieste, il Palazzo della Regione in giallo


IL PREMIER GENTILONI: IMPEGNO CON LA MAGISTRATURA PER LA VERITA'
«Un anno dall'orribile uccisione di Giulio Regeni. Vicinanza alla famiglia. Impegno con la magistratura per ottenere #veritapergiulioregeni». Lo scrive su Twitter il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, nell'anniversario della scomparsa del ricercatore friulano.

MATTARELLA: DOLORE IMMUTATO, AMPIA COLLABORAZIONE PER GIUSTIZIA
«Da un anno l'Italia piange la uccisione di un suo giovane studioso, Giulio Regeni, senza che si sia potuto far piena luce sulla tragica vicenda, malgrado gli sforzi intensi della nostra magistratura e della nostra diplomazia. Il dolore della nostra comunità nazionale è immutato così come immutata rimane la ferma volontà di chiedere giustizia per il crimine efferato che si è accanito contro il giovane». Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a un anno dalla scomparsa del giovane ricercatore friulano. «Ai familiari rinnovo, a nome di tutti gli italiani, sentimenti di vicinanza e sostegno. Nel rendere omaggio alla memoria di Giulio e nel ricordare la sua giovane vita spezzata, chiediamo la collaborazione più ampia ed efficace affinché i colpevoli vengano assicurati alla giustizia», conclude il Capo dello Stato. 

IL MESSAGGIO DI GRASSO
Un messaggio personale, di affetto e vicinanza, ai genitori di Giulio Regeni, Paola e Giulio. Lo ha scritto il presidente del Senato, Pietro Grasso, e lo ha affidato al presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, sen. Luigi Manconi, che oggi incontra i signori Regeni a Fiumicello (Udine), in occasione del primo anniversario dalla scomparsa al Cairo del ricercatore italiano. Nel suo messaggio, Grasso ricorda il recente ed emozionante incontro a Palazzo Madama con i signori Regeni e ribadisce il proprio impegno, nelle sedi nazionali e internazionali, per ottenere verità e giustizia per Giulio e, in suo nome, per tutte le vittime senza giustizia nel mondo.

BOLDRINI «RICHIESTA DI VERITÀ RIGUARDA TUTTI»
«È passato un anno, ma il tempo non ha per nulla fiaccato la voce dei tanti, tantissimi che continuano a chiedere giustizia per Giulio Regeni. È stata la forza di questo movimento, diffuso e popolare, che ha fatto accantonare le prime ricostruzioni dell'omicidio, ridicole e oltraggiose; che ha sollecitato le istituzioni italiane a difendere la dignità stessa del Paese colpita attraverso l'uccisione di un suo cittadino; che ha supportato l'azione tenace con la quale la nostra magistratura sta aprendo varchi verso le risposte giuste». Così, in un post sulla sua pagina Facebook, la presidente della Camera Laura Boldrini. «Giulio approverebbe questa campagna di mobilitazione, anche perchè la sua vicenda tragica è stata assunta a simbolo delle troppe storie analoghe che insanguinano l'Egitto. Il suo sguardo attento ai diritti di ogni essere umano, indipendentemente dal luogo in cui è nato, non accetterebbe nulla di diverso. Una volta di più - conclude - oggi vogliamo ringraziare Paola e Claudio Regeni: per aver saputo crescere un ragazzo curioso del mondo e per aver fatto del loro immenso dolore una richiesta di verità che riguarda tutti».

Ultimo aggiornamento: 26 Gennaio, 16:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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