ZERO BRANCO (TREVISO) - Alla ricerca di una soluzione per i medici di famiglia.
AMBULATORIO DECENTRATO
Fino ad oggi, tra l'altro, questa serie di sostituzioni per periodi brevissimi non ha consentito ai medici di prendere in affitto un ambulatorio a Zero Branco. E l'unico locale libero del comune si trova nella frazione di Scandolara. Per il momento è questo il riferimento. «Stiamo cercando una soluzione definitiva con l'Usl -spiega il sindaco Luca Durighetto- è chiaro che in una situazione così complessa come quella attuale, dove si fa fatica a sostituire i medici che vanno in pensione, quindi anche quando sarebbe possibile una programmazione, è complicato sostituire un medico che purtroppo non c'è più».
La speranza è che tra agosto e settembre venga individuato un dottore di famiglia che anche se non titolare possa comunque rimanere in servizio a Zero Branco almeno per alcuni mesi. Questo consentirebbe di gettare le basi per una riorganizzazione dell'attività. Anche per fare in modo che come riferimento non resti solamente l'ambulatorio di Scandolara. «Ci stiamo confrontando con l'azienda sanitaria -rimarca Durighetto- non appena ci sarà maggiore pianificazione, intanto, vedremo di organizzare il servizio prevedendo anche dei giorni di attività direttamente a Zero Branco».
PROBLEMA DIFFUSO
La soluzione definitiva potrebbe essere trovata a ottobre. È infatti questa la scadenza entro la quale i 14 nuovi medici di famiglia nominati titolari nella Marca sono chiamati ad aprire l'ambulatorio nell'ambito prescelto. Per quello che comprende Zero Branco, oltre a Mogliano, Casale, Casier e Preganziol, ce ne sono due: Eleonora Sartorato e Roberto Cappelli. Nello stesso ambito, poi, è attesa anche una nuova pediatra. Si tratta di Federica Carla Bortoluzzi, assegnata alla zona che si estende da Zero Branco fino a Mogliano, Casale, Casier, Monastier, Preganziol, Roncade e Zenson.
D'altra parte la penuria di medici di base è un problema ormai generalizzato. Alcuni giorni fa a Spresiano Luca Gambino, medico di famiglia di 56 anni, si è presentato in ambulatorio per continuare a visitare i pazienti nonostante una caviglia fratturata. «È stato impossibile trovare un sostituto, non potevo fare diversamente. Se fossi mancato anch'io, in paese ci sarebbero stati 3 assenti su 5».