Villorba. Le dimissioni di Serena: «Genero fastidio a certa politica, lascio per evitare pressioni sul Comune»

Martedì 18 Luglio 2023 di Mauro Favaro
Le dimissioni dell'ex sindaco Marco Serena

VILLORBA - «Devo prendere atto del fatto che la mia presenza genera fastidio a certa politica. Da qui la decisione di rassegnare le dimissioni, in quanto non intendo coinvolgere l’amministrazione comunale in situazioni che potrebbero dare adito a difficoltà, ingerenze e pressioni di sorta». Marco Serena lascia il consiglio comunale di Villorba.

E nella Lega trevigiana, già scossa dal nodo Castelfranco, si apre un nuovo caso. Non solo perché l’ex sindaco, per 10 anni, oltre che ex presidente del consiglio comunale, fino a ieri era il capogruppo del Carroccio. Ma anche e soprattutto perché in questo caso i piani si intersecano. 

L'attacco

L’attacco di Serena nei confronti di Dimitri Coin, segretario provinciale della Lega, è di quelli frontali. La miccia è stata accesa nell’ultima assemblea per il rinnovo del cda di Ascoholding. Serena non ha dubbi: i Comuni sono stati sopraffatti dalle segreterie dei partiti. Il Carroccio si è di fatto diviso in due. L’operazione che aveva visto il coinvolgimento di un gruppo di primi cittadini per portare alla presidenza della holding lo stesso Serena, comprendendo nella lista anche Alberto Cappelletto, ex sindaco di San Biagio del Pd, è andata a monte. Poi Serena si è ritirato. E al suo posto nella nuova lista è stato inserito Graziano Panighel, presidente in pectore, eletto assieme a Maurizio Bonotto, Fabio Crea, Loris Rizzetto e Luca Barattin. Coin non era d’accordo con la candidatura di Serena per eventuali problemi di compatibilità che potevano esserci con la legge Severino. Ma non solo. La posizione dei “ribelli” di seguito è finita sotto la lente. «Faremo delle valutazioni su chi ha organizzato tutto», ha detto Coin. 

È qui che si innestano le dimissioni di Serena da capogruppo e consigliere comunale. «Si è consumata una triste pagina per le collettività della nostra provincia – scrive l’ex sindaco – nel rinnovare il cda della partecipata AscoHolding alcune segreterie di partito hanno ritenuto di ingerirsi nelle scelte dei Comuni soci, interrompendo un modus operandi ventennale, che vedeva rappresentate a Pieve di Soligo, attraverso le voci dei sindaci, le diverse forze politiche della provincia. Questa consolidata tradizione consentiva ai Comuni, veri rappresentanti della collettività, di poter avere un luogo di condiviso confronto e coinvolgimento nelle decisioni strategiche». 

«Proprio per poter dare seguito a questo modo di interpretare la politica amministrativa locale, mi è stato chiesto da sindaci - di diversa estrazione culturale e politica - di assumere la guida della società partecipata, che rappresenta l’ultima cassaforte pubblica della nostra provincia. In quest’ottica, mi sono prestato – continua Serena – tuttavia in assemblea ha prevalso una diversa lettura della politica locale, che non mi appartiene. Evidentemente rappresento un modo di interpretare il mandato pubblico non condiviso dai più, dove si preferisce garantire il particulare nel breve, coltivando il rischio di generare conflitti, piuttosto che affrontare prospettive di medio periodo e appianare problemi. Pur potendo raccogliere un importante e prestigioso incarico, ho quindi preferito rinunciarvi, per non piegarmi alle convenienze e rimanere libero da condizionamenti». 

Le dimissioni sono irrevocabili: non si torna indietro. E dopo tanti anni in Comune a Villorba, le considerazioni finali di Serena profumano di addio. «Ricordate che la nostra comunità è la più grande risorsa che ci è stata lasciata da uno Stato predone e sordo – conclude Serena rivolgendosi sia agli amministratori che a tutti i cittadini – i villorbesi sono esigenti, è vero. Ma anche generosi. Sono facili alle critiche, ma sanno riconoscere quando si guarda oltre il proprio naso. In qualche caso approfittano. Ma in tanti donano al Comune risorse, tempo ed energie. Siate orgogliosi di amministrare e lavorare per un ente che ha saputo e sa distinguersi. Pur tra le mille difficoltà quotidiane, fatene un vanto e coltivate - pur nei distinguo - lo spirito di appartenenza». 

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