Famiglie in fuga dall'Ucraina. Assindustria mette a disposizione 5 appartamenti

Lunedì 28 Febbraio 2022 di Maria Elena Pattaro
Famiglie in fuga dall'Ucraina. Assindustria mette a disposizione 5 appartamenti

TREVISO - Ancora in prima linea per dare un tetto a chi scappa dalla guerra. Assindustria Venetocentro mette a disposizione cinque appartamenti tra Roncade e Casier per l'accoglienza dei profughi ucraini.

Già nel 2014, all'epoca della guerra civile in Libia e dell'emergenza sbarchi nel Mediterraneo, l'associazione degli industriali (al tempo Unindustria Treviso prima della fusione con Confindustria Padova) aveva spalancato le porte dei propri immobili. Una disponibilità rinnovata anche lo scorso settembre per gli sfollati afghani in fuga dal regime dei talebani. Ora, di fronte alla drammaticità della guerra in Ucraina, Assindustria non poteva far venire meno il proprio impegno: così ha messo a disposizione gli immobili di proprietà. Uno si trova in via Al Bigonzo, a Roncade. L'altro in via Tintoretto, a Dosson di Casier. In tutto fanno cinque appartamenti.

«Le nostre strutture sono a disposizione per accogliere le famiglie dei profughi ucraini» - afferma l'associazione di categoria, che ha scelto senza esitazioni da che parte stare. «La drammatica situazione di guerra in Ucraina ci vede chiamati in causa come imprenditori e cittadini, nella condanna dell'aggressione subita dal Paese e nel rispondere concretamente all'emergenza umanitaria che si sta verificando con la fuga di migliaia di persone». Oltre a puntare il dito contro il governo di Mosca, il mondo imprenditoriale trevigiano si rimbocca le maniche per fornire un aiuto concreto alle famiglie di profughi, perlopiù donne e bambini visto che gli uomini vengono trattenuti in patria a combattere. L'appello che oggi raggiungerà tutti gli associati è duplice: accogliere e dare un lavoro a chi scappa dalle bombe. «Agli imprenditori chiediamo di segnalare tempestivamente la disponibilità ai nostri uffici così da valutare le modalità migliori e più rapide di accesso. - spiega Assindustria Venetocentro, in coordinamento costante con Confindustria Ucraina e pronta anche a contribuire ad ogni altra forma di sostegno che verrà indicata dalle autorità nazionali e locali. «È un impegno civile e una responsabilità che è fondante della cultura d'impresa che praticata quotidianamente nelle aziende per lo sviluppo, la libertà, la solidarietà, la democrazia. Valori che oggi più che mai vanno affermati, praticati e difesi».

LE AZIENDE IN CAMPO

Tra gli imprenditori c'è già chi sta dimostrando di avere un cuore grande. E' il caso di Bottega spa, l'azienda di vini e liquori con quartier generale a Godega e un mercato che raggiunge anche l'Ucraina, in particolare il territorio a ovest di Donetsk. L'azienda darà una casa e un lavoro a 50 ucraini. La prima famiglia, attesa per oggi, è composta da sei persone. E c'è l'esempio della Ristorazione Ottavian di Conegliano, che non ha esitato a dare una mano a Olena, una volontaria ucraina che vive a Vittorio Veneto e che ha il marito che lavora in azienda. Aveva intenzione di organizzare un viaggio con auto private per aiutare a portare in Italia i connazionali in fuga dalla guerra. Il titolare della Ottavian ha subito offerto sostegno all'iniziativa, sostenendo parte delle spese del viaggio, coinvolgendo anche la ditta di autonoleggio Battistuzzi. «Siamo partiti questa mattina con un pullman a due piani da 90 posti - racconta il titolare Adriano Battistuzzi - carico di generi alimentari e di prima necessità - arriveremo in Polonia e raccoglieremo le persone che hanno attraversato la frontiera dell'Ucraina». Soprattutto donne con bambini piccoli. La catena della solidarietà si è messa in moto. «Da un'azienda di Ghirano (Pn) è arrivata già la disponibilità di accogliere una mamma e un bambino - fa sapere Battistuzzi - ora si tratta di trovare una sistemazione ai rifugiati che porteremo nella nostra zona». Sul pullman con Olena c'è anche Maxim operaio ucraino che vive a Vittorio Veneto e che lavora all'Electrolux di Susegana. «Pensiamo di organizzare un secondo viaggio già per mercoledì prossimo» racconta.


CARITAS E PARROCCHIE

Intanto anche la Caritas diocesana si è attivata, non solo aderendo alla raccolta fondi nazionale e all'appello della chiesa cattolica per il cessate il fuoco, ma anche per l'accoglienza. «Ci stiamo organizzando per fare rete con le parrocchie, le altre Caritas del Veneto e le istituzioni così da offrire aiuti e accoglienza alle famiglie che arriveranno - spiega don Davide Schiavon -. Alcune parrocchie del Montebellunese sono già pronte ad accogliere i profughi. L'intera Marca tende la mano all'Ucraina.

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