Controlli fiscali "ammorbiditi": 4 anni all'ex colonnello Gdf e 2 alla commercialista

Mercoledì 22 Luglio 2020 di Serena De Salvador
L’ex colonnello della Finanza Vincenzo Corrado
TREVISO - «Contenti no, soddisfatti sì». Questa la sintesi dell’effetto che il processo di primo grado sul giro di pressioni illecite per “ammorbidire” i controlli dell’Agenzia delle Entrate ha avuto sul suo più illustre imputato, Vincenzo Corrado. L’ex colonnello trevigiano della Guardia di finanza è stato condannato a quattro anni di reclusione per i reati di traffico illecito di influenze e collusione militare, mentre è stato assolto dalle accuse di corruzione, truffa, rivelazione di segreto d’ufficio e falso ideologico.
Ben diversa la reazione della commercialista, anche lei trevigiana, Tiziana Mesirca condannata a due anni e tre mesi per il concorso nei reati attribuiti a Corrado. «È tramortita da una sentenza estremamente penalizzante, sorprendente e inaspettata» fa sapere il suo legale Carlo Broli.
Ieri nell’aula bunker di Mestre si è chiuso il processo sulle pressioni illecite all’Agenzia delle entrate per alleggerirne i controlli che, sul banco degli imputati, oltre a Corrado e Mesirca vedeva anche l’ex responsabile dell’Ufficio grandi contribuenti dell’Agenzia regionale di Marghera, Cristian David, condannato a otto mesi. 

SODDISFAZIONE 
Si chiude con tre condanne il filone principale dell’inchiesta che nel 2017 portò alla luce interventi illeciti, con relativi pagamenti e favori. Interventi che il tribunale veneziano ha dunque confermato, assolvendo però con formula piena il finanziere trevigiano (poi destituito) da diversi capi d’accusa. «Il dato da sottolineare è che Vincenzo Corrado sia stato assolto con la formula più ampia da tutte le accuse più gravi che gli venivano mosse –sottolinea il suo avvocato, Fabio Crea–. Il tribunale ha determinato che il fatto non sussiste per i due episodi di corruzione che gli erano stati contastati, ma anche per il falso ideologico, la truffa e la rivelazione di segreto d’ufficio. Non possiamo che esprimere soddisfazione per questo, specie per i gravi riflessi che avrebbero avuto sulla sua carriere e sul suo percorso di riabilitazione professionale». La Procura aveva chiesto una condanna a sette anni, ora scesa a quattro: «Di certo è un duro colpo, perciò siamo tutt’altro che felici –prosegue il legale–. Tuttavia restano in piedi due accuse per reati decisamente meno gravi di quelli per i quali Corrado è stato assolto e certamente confidiamo nell’Appello per superarli del tutto». Dunque si attendono ora i novanta giorni per il deposito delle motivazioni della sentenza, previste per il mese di ottobre. Poi gli avvocati avranno tempo fino alla metà di dicembre per impugnarla. «È ragionevole pensare che per la fine del 2021 potremo avere la sentenza del secondo grado di giudizio e sollevare Corrado da questa spada di Damocle che ancora pende su di lui» conclude Crea.
SCONFORTO
Tutt’altra aria si respira in casa Mesirca, dove la condanna è corrisposta alle richieste della Procura. «Rispettiamo la sentenza, ma adesso vogliamo capire cosa abbia spinto il tribunale a non cogliere i numerosissimi elementi che nel corso del dibattimento erano emersi facendo evidentemente propendere per un’assoluzione –spiega il legale della commercialista–. Certamente l’indagine è nata con fondamento e ha vagliato comportamenti che potevano essere ambigui, ma che sembravano poi completamente chiariti. La mia cliente è accusata di aver concorso ai reati di Corrado, che rappresentano casi molto rari nella storia della Giurisprudenza. Lei è sempre stata convinta di aver operato in modo limpido ed è infatti una professionista conosciuta e stimata. Ora attraverso un momento difficilissimo, ha bisogno di pace. Aspettiamo le motivazioni e ci prepareremo all’Appello».
 
Ultimo aggiornamento: 16:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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