La proposta: ridare alle piazze e alle strade di Treviso i nomi storici oramai perduti

Giovedì 31 Ottobre 2019 di Elena Filini
La proposta: ridare alle piazze e alle strade di Treviso i nomi storici oramai perduti
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TREVISO - «Dobbiamo offrire la storia della nostra città a trevigiani e visitatori. Non lasciamo che questo immenso patrimonio di memoria resti sulle mensole delle librerie. Le nostre piazze devono raccontare la loro storia». Ieri mattina nell'aula magna del Riccati il sindaco Mario Conte ha lanciato la proposta di restituire alle piazze di Treviso i propri nomi storici. 

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«Vorrei che ogni piazza, ogni via della città riportasse insieme al nome attuale, quello storico con una spiegazione delle trasformazioni del luogo. Il Comune intende investirci, con l'aiuto degli studenti delle scuole trevigiane». Nel quinquennio precedente fu l'assessore Paolo Camolei a distribuire nei luoghi d'interesse della città colonnine esplicative, con qualche nuovo conio (ad esempio il quartiere I Mulini al posto del noto nome Pescheria). Scelta a tratti controversa e non esente da imprecisioni. «Io chiedo delle schede di  tipo accattivante ma precise sotto il profilo storico. Abbiamo ancora grandi conoscitori di Treviso, uno per tutti il professor Carlo Fassetta, che possono interagire coi ragazzi». Dal percorso informativo per insegne alla app il passo poi sarebbe breve. Ma esiste ancora questa memoria antica della città? «Esiste, esiste. Le carte di Treviso, la toponomastica raccontano la rapida evoluzione della nostra geografia urbana» conferma Fassetta. L'esempio è quello di Milano. Città in cui da pochi anni è stata completamente riaggiornata la toponomastica: ogni palazzo, ogni strada, ogni luogo d'interesse ha il suo colonnino storico. Piazza Duomo si è sempre chiamata così? «No, era piazza della legna. Poi, quando si decise per la costruzione della chiesa si cercò un altro luogo a questo scopo. E si scelse piazza del Gesù». Piazza del Gesù ci fa pensare a Roma, invece esisteva anche nella Marca. È l'attuale piazza della vittoria. Questo primo nome, divenne poi piazza Bressa dalla distorsione forse di Brescia. Era il luogo dove si tenevano gli spettacoli di strada con maghe e fattucchiere.
LA STORIA«La fine della Guerra impose poi di titolare una piazza alla vittoria. Ed eccoci qui». Se un visitatore di fine Ottocento avesse chiesto di piazza Giustiniani nessuno avrebbe saputo rispondergli. «Era conosciuta come piazza del bersaglio. Perchè, poco distante si teneva un tiro a segno». Piazza Pola era conosciuta come piazza dei Cerchi. «Qui c'è una storia divertente -spiega Fassetta- i da Pola avevano il grande palazzo dove c'è stata poi la sede della banca d'Italia. Ma il loro vero patronimico era Serci. Per cui si tentò un'improbabile italianizzazione di una parola percepita come dialettale».
I DIVERSI CASICi sono casi di vie che cambiano decisamente prospettiva. Via della morte diventa via Risorgimento. O contrade o porte che si chiamavano con un santo diverso (Santo Stefano al posto di San Nicolò Sant'Agnese diventa Santi Quaranta). Piazze che diventano vie: piazza Cavalleria si trasforma in una via dedicata a Cadorna, e case storiche che esistono solo nei dipinti, come la casa dell'Invidia, che dava su piazza San Leonardo. «C'è moltissimo da scoprire. Il Comune intende finanziare un progetto culturale e turistico di recupero delle antiche toponomastiche» chiude il sindaco.
Elena Filini 

Ultimo aggiornamento: 13:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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