Luca Zaia: «Medicina, via i test a numero chiuso. Mancano i medici, servono più studenti»

Domenica 14 Agosto 2022
Luca Zaia sui test di medicina, obiettivo togliere il numero chiuso
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ROMA - A poche settimane dal via ai test per accedere alle facoltà di Medicina negli atenei italiani, che si svolgeranno tra martedì 6 e mercoledì 28 settembre, torna la polemica sulla mancanza di dottori in Italia e sul numero chiuso. Intanto questo sarà l'ultimo anno con il test secco come si è svolto fino ad oggi e tuttavia già da quest'anno ci sarà una importante novità: le prove di ammissione vedranno più attenzione alle materie disciplinari e meno alla logica e alla cultura generale. Durante il prossimo anno accademico, poi, ovvero dal 2022-2023, gli studenti potranno iniziare dalla IV superiore a fare i cosiddetti Tolc e presentarsi per l'accesso all'anno successivo con più test fatti; entrerà chi conseguirà il punteggio migliore.
Intanto, torna la polemica sul numero chiuso. «Da tempo - dice il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia - sostengo l'abolizione del numero chiuso: la selezione deve avvenire sul campo e non con una serie di test, effettuati in maniera asettica e per nulla obiettiva.

Non possiamo continuare a selezionare i nuovi medici pensando che dei ragazzi di 18 anni siano scelti e valutati con dei test. È bene che abbiano invece la possibilità di iniziare il loro percorso di studi, di capire cosa significhi lavorare in corsia e in una sala operatoria». «Basta numero chiuso alle facoltà di Medicina, se non si trovano medici significa che il sistema formativo non funziona e mortifica centinaia di giovani che non riescono ad accedere», rincara l'assessore regionale alla Sanità del Lazio Alessio D'Amato. Sulla stessa linea molti governatori, da Toti in Liguria a Musumeci in Sicilia, a Solinas in Sardegna, all'assessore alla Sanità dell'Umbria Luca Coletto. Idem il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.


LE OBIEZIONI
Ma il ministro dell'Università e della Ricerca, Cristina Messa, la pensa diversamente: «Il numero chiuso è necessario, per mantenere alta la qualità, sia nel caso di una selezione all'ingresso sia nel caso di sbarramento al secondo anno di università, come accade in Francia». Piuttosto, dall'anno accademico 2022-2023, ricorda «ci sarà già un grande cambiamento per accedere alla facoltà di Medicina: non più una sola data, ma un percorso che consenta ai ragazzi dalla IV superiore di prepararsi, autovalutarsi e poter tentare più volte nel corso dell'anno il test. Se parliamo di mancanza di medici ciò che stiamo pagando oggi è stata una programmazione del passato di soli 9.000 ammessi all'anno a Medicina a fronte di quasi 16.000 complessivi previsti attualmente e di circa 5.000 borse all'anno per le Scuole di specializzazione. Oggi per gli specializzandi ci sono oltre 13.000 posti, una programmazione che con il ministro Speranza abbiamo stabilizzato anche per il futuro e che segue il picco di 17.000 dello scorso anno con il quale abbiamo quasi annullato l'imbuto formativo che si era creato».

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