TREVISO - A giugno, a Treviso, riapre il teatro Eden. E per la Fondazione sarà un’altra, piccola, svolta. Oltre che la vittoria di una scommessa: ridare alla città uno spazio quotidiano da dedicare alle compagnie teatrali giovani e di dilettanti per rappresentazioni e prove, alle proiezioni di film e a ogni tipo di evento culturale. Luigi Garofalo, presidente della Fondazione Cassamarca, si sfrega le mani perché, un tassello dopo l’altro, il suo progetto di rilancio della cultura in città e nelle Marca prende sempre più corpo.
Presidente, l’Eden però ha bisogno di qualche intervento prima di riaprire.
«Sì, faremo dei piccoli lavori di manutenzione, ordinaria amministrazione per un luogo chiuso da un po’ di tempo.
L’Eden, prima o poi, intendete cederlo?
«No, resterà a Fondazione. Così come il Teatro delle Voci, che vorremmo riportare alla sua vocazione: centro d’incisione musicale. Abbiamo dei contatti in corso con alcuni conservatori. Poi sarà l’occasione per far decollare il progetto di creare un’orchestra formata da giovani artisti».
Invece l’ex convento San Francesco di Conegliano e il teatro da Ponte di Vittorio Veneto li avete restituiti alle amministrazioni comunali. O state per farlo...
«La Fondazione lavora per dare sempre nuovi impulsi alla cultura. Per gioielli come il Da Ponte e l’ex Convento non c’è soluzione migliore che restituirli al loro territorio».
Partiamo dall’ex Convento: lo avete ristrutturato a spese vostre.
«E siamo stati felici di farlo. La sua valutazione è di 6,5 milioni di euro. Quest’anno, grazie a un bilancio particolarmente positivo, abbiamo potuto investire delle cifre per ammortizzarlo. Questo ci ha permesso, non senza qualche sacrificio, di poterlo mettere a disposizione dell’amministrazione comunale. Ma già renderlo di nuovo fruibile alla cittadinanza vale tutti gli sforzi fatti».
Ma continuerete a collaborare per la sua gestione?
«Sicuramente. L’ex Convento è uno spazio aperto a tutti, dove si potrà respirare la storia della città. In accordo col sindaco vorremmo portarci una libreria e utilizzarlo per organizzare eventi culturali. Pensiamo a presentazioni di libri, convegni, esposizioni delle opere di proprietà della Fondazione».
Il sindaco Chies ha parlato anche, tra le ipotesi di aprirlo ai turisti e anche ai corsi universitari...
«Ma certo, tutto è possibile: è un luogo stupendo. Quello che voglio dire è che non serve a tutti i costi l’università per definire un’offerta culturale».
Cedete anche il Da Ponte.
«Lo vogliamo restituire al Comune. Il discorso, in questo caso, è però diverso. Il teatro è di nostra proprietà e figura a bilancio per circa 9 milioni di euro. Possiamo svalutarlo fino a 2 milioni-2 milioni e mezzo per metterlo a disposizione dell’amministrazione».
Due milioni, o due milioni e mezzo, che però dovrà pagare il Comune.
«Ma stiamo parlando di cultura, di un teatro che rischia di restare chiuso. Andiamo un po’ oltre, guardiamo cosa c’è dentro le cose. Per un Comune tra avere un teatro e non averlo, fa molto differenza».