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Video di sesso e violenze scambiati sui cellulari: indagati dieci cyberbulli

Nordest > Treviso
Lunedì 28 Settembre 2020 di Andrea Zambenedetti
Video di sesso e violenze scambiati sui cellulari: indagati dieci cyberbulli (Foto di Dariusz Sankowski da Pixabay)
  • 13
TREVISO - Da un telefonino all'altro, tra le risate e il tono dello scherzo nei commenti. Senza preoccuparsi mai delle vittime. Solo che quei video non contenevano nulla che potesse essere definito divertente. Anzi. Secondo i magistrati e gli investigatori quelle immagini racchiudevano le prove di diversi reati. Atti persecutori, detenzione di materiale pedopornografico e concorso in lesioni personali sono quelli su cui, a vario titolo, stanno lavorando le procure di Treviso e Venezia, oltre a quella dei minori. Nei filmati scambiati tra ragazzi ci sarebbero le sequenze di sesso con minori protagonisti e, ancora, le immagini di un loro coetaneo (con qualche difficoltà relazionale) bullizzato e vessato, vittima anche di violenze fisiche.
 

Il branco: sesso con minori e bullismo

A finire nei guai sono sette minori e tre maggiorenni. Alle porte di casa di otto di loro (residenti tra Motta, Meduna di Livenza e Cessalto nel Trevigiano e San Stino in provincia di Venezia) ieri mattina si sono presentati i carabinieri della stazione di Motta di Livenza e della Compagnia di Conegliano, con l'obiettivo di raccogliere altri elementi utili a ricostruire la fitta rete di scambi di messaggi e a chiarire se quelle immagini con altri minorenni protagonisti venissero poi rivendute nel lato oscuro di internet, quello che viene chiamato deep web.

LE INDAGINI
È stato dal cellulare di un operaio 27enne, residente a Motta di Livenza, che sono partite le indagini. Dal telefono è spuntata una sequenza che ritraeva un suo compaesano (all'epoca dei fatti minorenne) vittima delle attenzioni del branco. Vere e proprie violenze, fisiche e psicologiche, secondo gli investigatori che hanno voluto indagare a fondo sulle dinamiche del gruppetto. A venire a galla qualcosa di ben più grave di quanto potesse sembrare ad un primo sguardo. Il ragazzo, che nel frattempo ha compiuto 18 anni, li credeva suoi amici, forse non immaginava di essere ripreso mentre subiva quelle punizioni. 

I TEMI
Nella fitta rete di scambi, diverse conversazioni viravano su temi a sfondo sessuale, e a preoccupare i magistrati è stato il fatto che i protagonisti ritratti nei video fossero dei minori, che quindi non potevano essere consenzienti. Così, per il solo 27enne, l'accusa è anche di detenzione di materiale pedopornografico. Dal suo telefono sono infatti spuntate le immagini che vedono protagonisti ragazzini in atteggiamenti inequivocabili. Toccherà ora agli investigatori provare a dare un nome alle vittime e provare a capire in quale modo chi le aveva nel telefono se le sia procurate. L'ipotesi che preoccupa gli investigatori è che si tratti di un giro ben più ampio del piccolo gruppetto e che lo scambio prosegua anche nei canali più difficilmente rintracciabili della rete.

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LE PERQUISIZIONI
Ieri mattina le perquisizioni hanno visto in campo carabinieri da diverse stazioni della provincia di Treviso con l'obiettivo di raccogliere elementi utili a stabilire come siano andate le cose e soprattutto a ricostruire il giro fatto da quei messaggi e ad individuare eventuali vittime di reati a sfondo sessuale. Sequestrati i dispositivi, controllati i computer, il tutto davanti agli occhi dei loro genitori. A muovere gli investigatori probabilmente è stato anche altro: permettere al ragazzo vessato di vedere con occhi diversi quelli che credeva dei suoi amici. Quelli da cui subiva, senza riuscire a difendersi, le vessazioni che in almeno un caso sarebbero diventate vere e proprie violenze fisiche. Ultimo aggiornamento: 13:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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