Le scuole guida lanciano l’allarme: «Lezioni per la patente su Tik Tok»

Martedì 20 Giugno 2023 di Mauro Favaro
Una lezione su Tik Tok

TREVISO - «Dobbiamo contrastare l’idea che si possa prendere la patente guardando video su TikTok o sugli altri social. I video possono rappresentare un aiuto. Ma è fondamentale seguire la formazione che viene fatta nelle autoscuole. Così come non è il caso che i giovani si fermino alle 6 ore di guida certificate per poi dare l’esame di pratica. Oggi la legge lo consente. In realtà, però, serve un impegno maggiore per far passare la consapevolezza che si ha un’arma in mano. E sarebbe opportuno pensare a una riduzione dell’Iva sulle guide, che al momento è al 22%, per andare incontro anche alle famiglie che cercano di risparmiare qualcosa». Annalisa Ferrarini, segretaria provinciale di Unasca Treviso, l’unione delle autoscuole, ha le idee chiare. Solo negli ultimi dieci giorni sono state 9 le persone che hanno perso la vita a causa di incidenti sulle strade della Marca. Uno stillicidio che non lascia indifferente nessuno. Tanto meno chi forma i neo patentati.

TUTORIAL SUI SOCIAL

«È necessario incidere di più sul fronte della formazione. Capita di trovare ragazzi che preparano l’esame di teoria guardando video sui social. Non può essere. Bisogna valutare l’opportunità di rendere le lezioni nelle autoscuole obbligatorie – spiega Ferrarini – si tende a pensare che la teoria sia una cosa banale. Invece è proprio in quella fase che le persone vengono formate, non solo attraverso l’illustrazione delle regole, per poi poter andare per strada». A marzo in 8 autoscuole trevigiane è stato avviato il progetto “Piloti di Marca”, che ha portato tre persone costrette a convivere con pesanti conseguenze fisiche dopo un incidente a confrontarsi con i giovani: Daniele Furlan di Ponte di Piave, Stefano Nadal di Arcade e Claudio Savietto di Montebelluna. Con la contemporanea presenza di una psicologa del traffico. Ora l’Usl della Marca sta valutando se e come ampliare e potenziare il progetto in vista di settembre. Per la medesima ragione la segretaria di Unasca chiede che l’educazione stradale possa essere introdotta nelle scuole e anche nelle università in modo più strutturato. «Nelle autoscuole lavorano insegnanti-istruttori – dice – dovrebbero essere coinvolti direttamente».

IL NODO

C’è poi il nodo che riguarda la parte pratica delle lezioni di guida. La legge dice che si devono fare almeno 6 ore. Nel nuovo Codice della strada, annunciato dal ministro Matteo Salvini, dovrebbero essere raddoppiate: fino a un minimo di 12 ore. Il punto è che spesso sono gli stessi genitori dei ragazzi a tirare indietro. «Ci dicono che 6 ore bastano perché tanto i loro figli sanno già guidare – allarga le braccia Ferrarini – ma una cosa è arrivare a portare una macchina, altra è trasmettere un insegnamento con l’esempio. Non basta saper tecnicamente cosa fare, è fondamentale accumulare un po’ di esperienza». Lo si fa con il tempo. Quel che è certo è che fermarsi al limite minimo di ore di guida non aiuta. A volte è anche una questione economica. Le famiglie, in altre parole, tendono a risparmiare. Un’ora di scuola guida con l’istruttore oggi costa in media 45 euro, Iva compresa. Ed è su questa ultima che Unasca chiede di incidere. «L’Iva potrebbe essere ridotta. Non dico azzerata, ma almeno definita in quote più contenute – sottolinea la segretaria dell’unione delle autoscuole – così come si potrebbe dare alle famiglie la possibilità di scaricare le spese». Insomma, incentivare il percorso di formazione al volante rendendolo meno impegnativo dal punto di vista economico. In tutto ciò, si pensa anche gli anziani. Proprio domani pomeriggio, nell’ambito del tavolo sicurezza stradale aperto in Provincia, ci sarà un incontro con over65 nell’auditorium della Cgil di Treviso in via Dandolo. Interverranno Marino Biscaro, collaboratore della Provincia per il tavolo sicurezza stradale, e Gino Cesaro, insegnante di guida sicura. 

Ultimo aggiornamento: 14:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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